7.10.09

Steina e Woody Vasulka

Woody, cecoslovacco, ha studiato all’Accademia delle Arti dello Spettacolo a Praga dedicandosi al cinema, la moglie Steina, islandese, è violinista. Nel 1965 dalla Cecoslovacchia si trasferiscono a New York dove vi approdano negli stessi anni di Paik e lì, al Greenwich Villane, scoprono le possibilità estetiche del video con l’intensità di chi si è trovato improvvisamente di fronte "al fuoco degli dèi". Dal 1969 gravitano quasi esclusivamente nell’area della sperimentazione video, con una fitta attività di insegnamento in alcune università americane e con la fondazione e l’animazione del laboratorio The Kitchen (1971), uno spazio aperto alle ricerche video. Accusati sino alla metà degli anni settanta di trascurare gli aspetti sociali del nuovo medium, i Vasulka concentrano la loro ininterrotta ricerca sui processi di elaborazione di immagini e suoni con i media elettronici e informatici e apparecchi tecnici sofisticati. Le loro opere, spesso in collaborazione, riflettono l’esigenza di un controllo del rapporto arte e tecnologia, e sono accompagnate dall’invenzione di nuovi dispositivi e strumenti per la messa in pratica della loro poetica (dal sistema MIDI alle "machine vision" agli "ibridi autonomi" alle "tavole interattive"). Essi hanno studiato la luce elettronica e il tempo dell’istante, il "punto di vista delle macchine" e l’importanza espressiva del "feedback" elettronico; e tra il 1972 e il 1976 hanno ideato la tecnica del "morphing". Ma la loro più affascinante intuizione è stata – intorno al 1970 – quella di rendere esteticamente produttivo il fatto che in elettronica una stessa frequenza elettromagnetica, se commutata in un modo origina un suono, se commutata in un altro origina un’immagine, e se adeguatamente distorta rende visibile la linea di confine che i nostri sensi percepiscono tra suono e immagine, costituendo insieme audio-visivi per la prima volta nella storia del cinema effettivamente unitari. Il contributo che essi hanno dato alla videoarte è notevole. Hanno appunto costruito nuovi modelli di comunicazione video con un’esplorazione sottile del rapporto spazio-tempo che il segnale elettronico stabilisce. Per ottenere questi risultati hanno potuto valersi di quella cultura metaindustriale che caratterizza la ricerca avanzata negli Stati Uniti. "Ho scoperto che negli Stati Uniti esiste una cultura industriale alternativa, che s'affida alla genialità individuale, quasi come nell'arte. Gli inventori-programmatori in elettronica hanno saputo difendere la loro indipendenza all'interno del sistema. Divenuti artisti a pieno titolo, essi utilizzano gli utensili elettronici che hanno creato. Woody Vasulka". In collaborazione con alcuni ingegneri informatici realizzano nel 1972-73 il Digital Video Effecter e nel 1976, con Jeffrey Scheir, il Digital Image Articulator o Imager, uno strumento videodigitale di elaborazione delle immagini in tempo reale capace di un molteplicità di differenti processi, tra simultaneità, sequenza, passaggi e spostamenti. Lavori emblematici di questo tipo di ricerche sulla metamorfosi videonumerica sono diverse serie di immagini, quali le trasformazioni sinusoiidali di Hybrid Hand Studies di Woody Vasulka (1973), risultato di un sistema che ibrida analogico e digitale, e la serie di affascinanti elaborazioni di Organizational Models of the Electronic Image (1975-76). La maggior parte delle elaborazioni scoperte da questi tecnoartisti sono diventate parte integrante della base effettistica di qualsiasi buon mixer video professionale, e si ritrovano nei più sofisticati sistemi di montaggio digitali. I Vasulka hanno partecipato a numerose mostre, anche personali, e rassegne: di particolare importanza la partecipazione a Ars Electronica a Linz nel 1992. Dal 1980 vivono e lavorano a Santa Fe.

Fonte: Wikiartpedia.org

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