5.10.09

Mary Lucier

Mary Lucier è nata nel 1944, in Bucyrus, Ohio, dal 1974 vive e lavora a New York. Attraverso l’esplorazione della luce e del paesaggio utilizati come agenti di percezione visiva e della memoria personale e mitica, Mary Lucier riesamina le tradizioni storiche e letterarie del 19o secolo utilizzando la lente della tecnologia contemporanea.
Lucier è ben nota per i suoi contributi alla videoinstallazione multi-monitor e multi-canale.
Nei suoi eleganti lavori "pittorico-narrativi", in cui le immagini video sono impostate all'interno di configurazioni che descrive come "simultaneamente cinematografiche, scultoree, e teatrali", luce e paesaggio divengono modalità di rappresentazione e metafora. Reinvestigando il mito pastorale americano in termini di "un ironico dialogo tra passato e presente, mondano e poetico, reale e ideale," Lucier solleva questioni di identità e di memoria collettiva attraverso un vocabolario storico dell'arte.
Il riecheggiamento dei motivi del 19 ° secolo e delle tradizioni pittoriche, l’ uso metaforico della luce per significare la sua trascendenza e le sue allusioni al sublime evocano gli ideali Romantici e Modernisti: Ohio a Giverny (1983) è un poetico omaggio a Monet e all’Impressionismo; Wilderness (1986) si riferisce all’ Illuminismo e alla Hudson River School.
Nelle opere di Lucier , la natura si trasforma attraverso la cultura e tecnologia; la luminosità diviene sinonimo di lirismo. L'artista ha iniziato a lavorare al video nel 1970, dopo esordi in scultura, fotografia e installazioni.
Le prime opere, come Dawn Burn (1975) e Bird's Eye (1978), sono sperimentali registrazioni di effetti ottici della luce nell’occhio della telecamera. Mirando un laser direttamente alla telecamera o puntando l’ obiettivo contro il sole, ha bruciato il tubo vidicon inscrivendo in esso calligrafiche astrazioni di luce.
In aggiunta alle installazioni, ha anche prodotto video-danza con la coreografa Elizabeth Streb, esplorando i rapporti della figura umana, dei movimenti scultorei, e dei paesaggi.
Il suo lavoro è conosciuto internazionalmente ed è stato esposto in musei, gallerie, spazi alternativi e festival oltre che in molte collezioni pubbliche e private. Un obbiettivo importante del suo lavoro dal 1979 è stato lo sviluppo dei progetti video per siti pubblici.
The Plains of Sweet Regret (2007) è un’ installazione composta da cinque video canali, tre grandi teli da proiezione e due schermi al plasma a 43’’. Il video di18minuti viene continuamente ripetuto, le immagini delle grandi pianure del Nord Dakota sono accompagnate dalla suggestiva musica del compositore Earl Howard che cattura il particolare carattere del territorio.
Lucier è stata invitata a creare questo lavoro dal North Dakota Museum of Art come parte delle sue continue commissioni chiamate Emptying out of the Plains, che vuole trattare il problema dello spopolamento delle zone rurali dell’alto Midwest; negli ultimi 50 anni la popolazione giovanile ha abbandonato questa zone per trasferirsi in città e le aziende agricole a conduzione familiare (una volta base della cultura americana) sono divenute sempre più scarse.

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