24.10.12

Mikael Ericsson

Mikael Ericsson è un visual artist e la sua attività spazia tra disegno, scultura, suono l film e televisione.
Negli ultimi anni si è particolarmente dedicato alle installazioni sonore e visive inserendole in uno spazio architettonico costruito per l'occasione o in un contesto preesistente particolarmente suggestivo, come la prigione di una vecchia fortezza o più convenzionale come un museo d'arte. In alcune di queste installazioni ha adoperato pareti dipinte a UV, proiettori e oggetti mobili per creare momenti di interazione con il pubblico.
Al momento sta lavorando ad un' installazione sonora per “Arpa Art Lab”, in Svezia, un laboratorio d'arte che ha fondato con Julijana Nemeti nel 2010. Il laboratorio è in un mulino a vento completamente restaurato, il " Windmill Harplinge", sulla costa occidentale svedese. Nell'estate del 2012 il mulino a vento è divenuto un "Kvarnofon", una macchina che suona da sola riproducendo il suono di un organo a canne. Questa installazione sonora ad energia eolica è stato il primo di una serie di eventi già pianificati dall'artista. Ericsson è anche il fondatore di “TRUMTRUM”, una società che ha visto la nascita di molte opere artistiche e di spettacoli underground fin dal 1994. Nello stesso anno ha dato vita al gruppo artistico "most infamous" della Svezia, la "Kollektive Für Alle", insieme all'artista comico Peter Wahlbeck. Il primo disco, Musica für Alle è stato un grande successo e negli anni a venire “TRUMTRUM” ha prodotto tutti i progetti "Für Alle": radiodrammi, serie televisive, dischi e opere teatrali.

13.9.12

Stephen Beck

E' un videoartista in attività già dal 1967. Le sue performance, i video e le sue sculture sono state acquistate in tutto il mondo da vari collezionisti. L'artista ha recentemente presentato il suo lavoro alla mostra "Conversazioni con artisti contemporanei" a New York. Inoltre Stephen Beck è laureato in ingegneria elettronica e scirenze informatiche.
Videoinstallazioni:
"ATMOSFERE"
E' una videoistallazione ambientale svolta in Giappone.
Una serie di immagini si presenta in quattro isole, ognuna che va da uno a tre metri di lunghezza e uno di altezza, è costruito con un legno d'acero giapponese con monitor CRT sepolti nei materiali.
Le isole rappresentano: Acqua, Terra, Fuoco e Gaia. Nei monitor CRT venivano inseriti immagini di acqua, onde e fuoco.
Di conseguenza nell'isola dell'acqua le immagini di onde d'acqua che scorre in un ruscello. Nell'isola del fuoco invece le immagini delle fiamme CRT traformano i sassi in carboni ardenti. Nell'isola di Gaia, la sfera che riflette pioggia sulla superficie del CTR, che è coperto da sale marino mescolato con cristalli di silicio, utilizzati per produrre i chip elettronici a circuito integrato contenete nel video.

"TESSITURE VIDEO"
Tessiture video è un video legato al moderno(video)e l'antico(tessitura). Il video è basato sulle poetiche rime della matematica, gli algoritmi, visualizzazioni in tempo reale sulla trama e ordito di travi orizzontali e verticali e sui pixel LCD. Nel video tssiture milioni di modelli si replicano fino a formare le tessuti intrecciati e l'dea del video era quella di riflettere e riconoscere i collegamenti tra i sistemi elettronici moderni più l'antica arte della tessitura.
Tessiture Video è stato trasmesso in televisione a livello nazionale nel 1976.

The Bureau of Inverse Technology

I Bureau of Inverse Technology o anche chiamati BIT (formatasi nel 1991) , sono un Information Agency al servizio della società dell'informazione.
E' composto da un collettivo di ingegneri - artisti che occasionalmente si avvalgono del supporto di economisti e avvocati.
Diventati famosi per i loro progetti di ingegneria visionaria alla cui base c'è la volontà di smontare la tecnologia e usarla nei modi più imprevisti.
Sono coinvolti della progettazione alla distribuzione e alla documentazione dei prodotti radicali sulla base di componenti disponibili in commercio come fotocamere, radio, reti, robots, sensori etc.
Anche se il loro lavoro è stato a lungo a disposizione del pubblico, i BIT hanno mantenuto per alcuni anni la loro identità nascosta.

Opere
Tra le più famose:

- Bit Plane (1997): Un mini aereo spia sviluppato "con i ricchi residui della tecnologia di precisione della guerra fredda" che è stato mandato in missione sulle aree off limits dei laboratori informatici e aeronautici della Silicon Valley.

- Suicide Box: E' un sistema di rilevazione di movimento video, posizionato sul Golden Gate Bridge (San Francisco nel 1996).
Fissava il ponte costantemente e quando ha riconosceva un movimento verticale, catturava una registrazione video. I video risultanti sono stati il flusso continuo di persone che saltano giù dal ponte.
Il Golden Gate Bridge è la destinazione suicidio prima negli Stati Uniti.

- Bit Radio (2002): Un sistema automatico di inserimento di brevi messaggi non autorizzati sulle frequenze FM della stazione radio interna del World Economy Forum.

11.9.12

George Kuchar

George Kuchar(New York 1942-San Francisco 2011) è stato un regista americano di film e corti underground.
E' stato un uomo di molte carriere;a 12 anni ha iniziato a girare film con la collaborazione del fratello gemello Mike. Questi primi lavori ,svolti con una telecamera da 8-mm,sono sensazionali remake di film di Hollywood e di serie B. Ha studiato presso la scuola d’arte industriale( High School of Art and Design),laureandosi nel 1960. Intanto girava una serie di video diari,”The Weather Diaries”,nei quali documentava  le sue visite annuali allo squallido motel El Reno in Oklahoma. Nel 1971 gli è stato offerto un lavoro di insegnante presso il dipartimento dell’istituto d’arte di San Francisco,dove ha insegnato fino al 2011,anno della sua morte,a causa di un cancro alla prostata.
Ha diretto più di 200 film e video,di cui più di 15 con suo fratello Mike e altri con i suoi allievi.I suoi lavori sono archiviati al Video Data Bank e Electronic Arts Intermix.Tra i più famosi ricordiamo:

-Hold Me While I’m Naked(1966)
-I,an actress (1977)
-The Mongreloid (1978)
-It came from Kuchar(2009)

Hold Me While I'm Naked è il suo film più famoso e semi-autobiografico,ed è stato nominato uno dei cento migliori film del 20° secolo dal Village voice.
E' ricordato anche per la sua tecnica lo-fi,ovvero,film o corti realizzati con pochi fronzoli e con attori improvvisati,tra cui Kuchar stesso.

Marina Abramović


“La mia casa è il mio stesso corpo”

Marina Abramović (Belgrado, 30 novembre 1946) è una artista di origine serba, attiva nel campo della Body art.  É un'antesignana nell'uso dell'arte performativa come forma di arte visiva. Da sempre utilizza il corpo sia come soggetto che come mezzo. Mette alla prova i limiti fisici e mentali del suo essere, arrivando a sopportare dolore, sfinimento e a correre dei rischi alla ricerca di trasformazioni emotive e spirituali. Si dedica alla creazione di opere che ritualizzano le semplici azioni del vivere quotidiano, come stare stesi oppure seduti, pensare o sognare che sono in sostanza espressioni di un unico stato mentale. In quanto esponente vitale di una generazione di performance artista d'avanguardia, Marina Abramović è autrice delle primissime esibizioni che hanno fatto la storia della performance art ed è l'unica che ancora continua a produrre opere importanti destinate a lasciare il segno.

Durante le performance eseguite dai primi anni Settanta il pubblico assisteva alle sue azioni, così come a quelle della francese Gina Pane, con un distacco totale, come se si trattasse di una rappresentazione totale. Assunse farmaci per epilettici attendendone l'effetto, si fece scorrere sul viso un serpente, nel sotterraneo della Biennale di Venezia, con la performance “Balkan Baroque", lavò un mucchio di ossa di bovino per otto ore al giorno, cantando litanie e lamenti, tra video che celebravano la sua appartenenza ad un paese dilaniato dalle guerre in quegli anni: azioni tutte fondate sull'esibizione del massimo autocontrollo, della capacità di tollerare ogni sorta di paura, umiliazione e fatica.

5.9.12

Alan Turing


Turing è considerato il padre dell’intelligenza artificiale. Nato in India da Sara e Julius Turing, nasceva 100 anni fa a Londra il 23 giugno 1912. Sin dalla prima infanzia dimostrò predilezione verso le materie scientifiche, a discapito di quelle umanistiche che lo fecero diplomare a stento. Ebbe modo di approfondire gli studi fisico-quantistici e matematici al King’s College di Cambridge, dove si laureò col massimo dei voti. Si dedicò allo studio della teoria delle probabilità e alla matematica logica, riuscendo a rispondere al problema della deicidibilità posto da David Hilbert, che lo spinse all’intuizione di una macchina universale capace di obbedire a qualsiasi tipo di istruzione data (macchina di Turing). 
Nel 1936 Turing fu invitato a Princeton, negli Stati Uniti, dal logico Alonzo Church, che in maniera indipendente aveva risposto anch’egli al quesito di Hilbert. A Princeton ebbe modo di lavorare con scienziati del calibro di Albert Einstein. Turing riuscì a mettere in mostra le proprie capacità anche negli Stati Uniti, ma volle necessariamente tornare in Inghilterra prima dello scoppio della seconda guerra mondiale.
Durante la guerra fu integrato come crittografo al dipartimento segreto di crittoanalisi di Bletchley Park al fine di decifrare i messaggi scambiati tra diplomatici e militari della Potenza dell’Asse. Per violare i cifrari tedeschi della macchina nazzista Enigma, Turing perfezionò la macchina polacca “Bomba” dando vita, grazie alla collaborazione con Max Newman, a Colossus (forma embrionale del computer). Al termine della guerra fu invitato al National Physical Laboratory a Londra, dove disegnò il suo primo modello di computer, l’Automatic Computer Engine.
In seguito si dedicò alle attività sportive, gareggiando a diverse maratone. Nel 1952 fu arrestato per omosessualità, dopo aver denunciato il suo ex amante per un furto in casa. Fu perseguitato dal Governo Britannico, e gli fu inflitta come pena la castrazione chimica, che gli causò impotenza e crescita del seno. Nel 1954 lo trovarono in casa morto suicida con una mela avvelenata, prendendo spunto dalla favola di Biancaneve, da lui apprezzata fin da bambino.

4.9.12

Gregg Bordwitz




Gregg Bordwitz è un’artista e scrittore, nato a Brooklyn nel 1964. Lavora come professore presso il Dipartimento di Film, Video New Media e Animazione della School of The Art Institute di Chicago, e presso la facoltà Whitney Independent Study Program, ed è un importante attivista nelle campagne per la lotta all’AIDS.
Nel 1985 egli scopre di esser positivo al test dell’HIV e tale esperienza lo segna a tal punto da influenzare gran parte della sua produzione artistica e letteraria. Molte delle opere infatti trattano l’esperienza diretta dell’artista nell’affrontare la malattia, tra queste vi sono: "Some Aspects of a Shared Lifestyle", 1986; "Fast Trip Long Drop" 1993, un documentario autobiografico in cui egli analizza gli avvenimenti postumi alla positività del test, "Habit" 2001, documentario autobiografico, "The AIDS Crisis Is Ridiculous and Other Writings"1986-2003, una collezione di scritti pubblicati nel 2004 dalla MIT Press e premiati nel 2006 con il prestigioso titolo Frank Jewett Mather Award.

Tra le altre opere vi sono:

  • A Cloud in Trousers, 1995
  • The suicide, 1996
  • - The History of Sexuality,Volume One By Michel Foucault 2010  in collaborazione con Paul Chan.

Negli ultimi anni Gregg Bordwitz ha posto la propria attenzione sulle performance :

  • Testing Some Beliefs , lettura improvvisata presso Iceberg Project (chicago), Murray Guy (New York), Temple Gallery (Philadelphia), e il Modern Art Museum of Fort Worth (Texas).
  • Sex Mitigating Death: On Discourse and Drives; A Meditative Poem, presentata nel 2011 presso il Tate Modern, Londra.


13.7.12

Hans Breder


Biography
The Intermedia Program in the School of Art and Art History at the University of Iowa was created by Hans Breder in 1968 and directed by him until 2000. From its inception, the Intermedia Program coalesced around several concepts. But to understand the program, the first of its kind to grant the MFA, one must understand Breder as "auteur."
Breder, trained as a painter in Hamburg, Germany found early success in New York City with his constructivist aligned sculptures. Lured to The University of Iowa's School of Art and Art History in 1966, Breder first conceived of the Intermedia Program as an arena in which he and his students could explore, in theory and in practice, the liminal spaces between the arts: art, music, film, dance, theater, poetry. Aware that he was making art in an intellectual environment, Breder in the second and third decade of the Intermedia Program extended his collaborative reach to the liberal arts: comparative literature, anthropology, psychology, communication studies. The exploration of liminal space and a collaborative approach to aesthetic theory and practice were essential to Breder?s conception of Intermedia, efforts to utilize the diverse artistic and intellectual community in Iowa City. Also key to his notion of Intermedia was the recognition that to develop the experimental arts in an entirely rural environment, an active visiting artists program was necessary. One of Breder's first visiting artist was Robert Wilson, who developed Deafman Glance in Iowa City in 1970. Breder's European sensibility ensured an internationalist perspective both in the visiting artist program and the curriculum in general.
For over three decades, the Intermedia Program at The University of Iowa offered courses which explored liminal spaces, boundaries between artistic and scholarly practices, between media, between genres, between social and political universes, between viewer and artist. During this time, students of the program interacted with a diverse roster of visiting artists, and traveled with Breder to Mexico, Italy, The Netherlands, Germany, creating time-based works, performances, rituals, events, site-specific installations, etc., a dynamic environment in which process was always emphasized over product.
Over the last thirty years Breder has worked with distinction in and between a number of media: painting, sculpture, photography, performance, video and electro-acoustic media: his media work, for example, was included in the Whitney Biennials in 1987,1989, and 1991; " '68 - Kunst und Kultur," Bauhaus Dessau, Dessau, Germany; The First Group Exhibition of American Art in Moscow, 1989; The 3rd Fukui International Video Biennale, Japan, 1989; 2nd Videonale, Bonn, Germany, 1986; International Architecture Exhibition, Technische Universität, Berlin, Germany, 1884; The Kitchen, Center for Video And Music, New York, New York,1975; "Kineticism: System Sculpture in Environmental Situations" (Cultural Olympiad), Museo Universitario de Ciencias y Arte, Mexico City, 1968; Collections include Cleveland Museum, Cleveland, Ohio; Hirshhorn Museum and Sculpture Graden, Washington, D.C.; The Museum of Modern Art, New York, New York; The Whitney Museum of American Art, New York, New York. His work is represented by the Mitchell Algus, New York and Hachmeister Gallerie, Muenster, Germany.

1935born in Herford, Germany
1960-64Study of Painting with Willem Grimm, Hochschule für Bildende Künste, Hamburg, Germany
1965Apprentice to the sculptor George Rickey, West Lebanon, New York
1968founded Intermedia and Video Art Program, School of Art and Art History, The University of Iowa, Iowa City, Iowa

Emeritus F. Wendell Miller Distinguished Professor of Art, School of Art and Art History, The University of Iowa, Iowa City, Iowa

Exhibitions (selected)

1965International Artists' Seminar, Fairleigh Dickinson University, New Jersey
Riverside Museum, New York
1966American Painting and Sculpture, Midland Group Gallery, Nottingham, Great Britain
As Found, Institute of Contemporary Art, Boston
Plastica Galeria de Arte, Buenos Aires, Argentina
1967Richard Feigen Gallery, New York (one-artist exhibition)
Richard Feigen Gallery, Chicago (one-artist exhibition)
Exhibition of Recent Acquisitions, The Whitney Museum of American Art, New York
1968Kineticism: System Sculpture in Environmental Situations (Cultural Olympiad), Museo Universitario de Ciencias y Arte, Mexico City
Directions 1: Options, Museum of Contemporary Art, Chicago, Illinois
1969Superlimited: Books, Boxes and Things, The Jewish Museum, New York
Big New Works, Richard Feigen Gallery, New York
Affect/Effect, La Jolla Museum of Art, La Jolla, California
1970Richard Feigen Gallery, New York (one-artist exhibition)
Richard Feigen Gallery, Chicago (one-artist exhibition)
1972Galerie Marcel Liatowisch, Basle, Switzerland (one-artist exhibition)
Hybrids, Max Hutchinson Gallery, New York
1975Video and Film Works 1971-1975, The Kitchen, Center for Video and Music, New York
1977Signals, The Museum of Modern Art, New York
1979Wolfgang Förster Galerie, Muenster, Germany (one-artist exhibition)
1980Plakat Aktion, Gestaltreform M. Schuhl KG, Frankfurt, Germany
Video Sculpture, First Intermedia Festival, New York
1981Hachmeister & Schnake Galerie, Muenster, Germany (one-artist exhibition)
1983The Institute for Art and Urban Resources, Inc., P.S.1, Long Island City, New York
1984Anti-City, International Architecture Exhibition, Technische Universität Berlin, Germany
Portraits of the Urban Poor, Oacaca, Mexico; Anthology Film Archives, New York; The Museum of Modern Art, New York
Video Works 1982-84, Time Based Arts, Amsterdam, The Netherlands
1986My TV Dictionary, 2nd Videonale, Bonn, Germany
Ursonate 1986Video and Language: Video as Language, Los Angeles Contemporary Exhibitions, Los Angeles, California
1987My TV Dictionary, Whitney Biennial Exhibition, Whitney Museum of American Art, New York
Terrorising the Code - Recent US Video, The Australian Centre for Photography, Sydney
The Fine Arts Center Art Gallery, State University of New York at Stony Brook, New York (one-artist exhibition)
Schreiber/Cutler, Inc., New York (one-artist exhibition)
1988Hachmeister Galerie, Muenster, Germany (one-artist exhibition)
1989Painting Beyond the Death of Painting: Imaginistic and Abstract Work, First Group Exhibition of American Art
in the Soviet Union, Kuznetzky Most Exhibition Hall, Moscow
Under a Malicious Sky, Whitney Biennial Exhibition, Whitney Museum of American Art, New York;
The 3rd Fukui International Video Biennale, Japan
Schreiber/Cutler, Inc., New York (one-artist exhibition)
1990Ruth Siegel Gallery, New York (one-artist exhibition)
1991From Here and There TooMoscow Postcards 1989, Whitney Biennial Exhibition, Whitney Museum of American Art, New York
Hachmeister Galerie, Muenster, Germany (one-artist exhibition)
1993Penine Hart Gallery, New York (one-artist exhibition)
'68 - Kunst und Kultur, Bauhaus Dessau, Dessau, Germany
1995Hachmeister Galerie, Muenster, Germany (one-artist exhibition)
1996Billboards for Democracy, Hunter College of the City University of New York, New York
1997Short Cuts: Anschlüsse an den Körper, Deutsche Arbeitsschutzausstellung, Dortmund, Germany
1998Point of Reference, The International Association for Philosophy and Literature, UC Irvine, California
1999The Nazi-LoopContact Zones: The Art of the CD-ROM, Centro de la Imagen, Mexico City; Dallas Video Festival 1999;
Virginia Film Festival, Charlottesville, Virginia
Hachmeister Galerie, Muenster, Germany (one-artist exhibition)
2000Body/Sculpture, The Armory Show 2000, The International Fair of New York, New York
Mass in A-Minor for Suitcases, St. Petri Kirche, Dortmund, Germany
2001Mitchell Algus Gallery, New York (one-artist exhibition)
2002Body/Sculpture, The Armory Show 2002, The International Fair of New York, New York
Enacting the Liminal: Intermedia/Works 1964-2002, The University of Iowa, Museum of Art, Iowa City, Iowa (one-artist exhibition)

Bibliography (selected)

1967Lil Picard, Four Directions, in: Das Kunstwerk, February
1968George Rickey, Constructivist-Origins and Evolution, New York: George Braziller
Jack Burnham, Beyond Modern Sculpture, New York: George Braziller
Lawrence Alloway, Interfaces and Options-Participatory Art in Milwaukee and Chicago, in: Arts Magazine, September
1970Rolf-Gunter Dienst, Deutsche Kunst: Eine Neue Generation, Cologne, Germany: M. DuMont
1973Michael Kirby, Hybrids, in: The Drama Review, June
Gregory Battcock, Explorations in Video, in: Art and Artists, February
1974Norman Laliberte and Alex Mogelon, Art in Boxes, New York: Van Nostrand Reinhold
1979Hans Breder and Stephen Foster, Intermedia, The University of Iowa, Iowa City, Iowa
David Mover, Through the Looking Glass and What the Artist Found There, in: Art International, September
1983Ann-Sargent Wooster, Portrait of Rosa, in: Afterimage, January
1985Stephen Foster and Estera Milman, The Media as Medium: Hans Breder's Berlin Work, in: Kansas Quarterly, Vol. 17, No. 3
1987Helen A. Harrison, Diagrammatic Drawings Explore Duality of Nature, in: The New York Times, February 22
1988Herman Rapaport, Hans Breder and the Auras of Video, in: Art Criticism, Vol. 4, No. 1
Hans Breder, Ana Mendieta: Imprints/Student Years 1972-1977, in: Sulfur, Vol. 22, Eastern Michigan University, Ypsillanti
Donald Kuspit, New York Reviews, in: Artforum, May
Gerrit Henry, Review of Exhibitions, in: Art in America, January
1990Lucio Pozzi, Letter from New York, in: II Giornale Dell'Arte, No. 74, January
1992Heiner Hachmeister (ed.), Hans Breder - Threshold States/Sprach-Schwellen, texts by Heiner Hachmeister, Stephen Foster,
Herman Rapaport, Donald Kuspit, Lucio Pozzi, Allen F. Roberts, Antonio R. Damasio, Muenster, Germany: Hachmeister Verlag
1995Hans Breder and Herman Rapaport, The Luminous Object: Video Art/Video Theory, in: Visible Language 29.2,
Rhode Island School of Design
Hans Breder, Intermedia: Enacting the Liminal, in: Performance Arts Journal, Vol. XVII, No. 2/3, The Johns Hopkins University Press
1999Marlena G. Corcoran, Skin Forms on Paint over Time: in the Work of Hans Breder, in: Art Criticism, Vol. 14, No. 1
Heiner Hachmeister (ed.), Hans Breder - New Paintings/Neue Bilder, text by Garrett Stewart, Muenster, Germany: Hachmeister Verlag
2001Walter Robinson, Hans Breder, Body/Sculpture 1965-73 at Mitchell Algus Gallery, Weekend Update, Artnet.Com
2002Heiner Hachmeister (ed.), Hans Breder - Works/Arbeiten 1964-2000, essay by Donald Kuspit, Muenster, Germany: Hachmeister Verlag  

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Campus phone: (319) 335-1771

Hartmut Bitomsky



Hartmut Bitomsky (10 maggio 1942 a Brema) è uno scrittore e saggista, regista e produttore. Ha ricevuto la sua formazione presso la Libera Università di Berlino, dove 1962-1966 ha studiato filologia tedesca e Teatro. Ha completato i suoi studi presso l'Accademia del Cinema di Berlino nel 1968.


Per più di dieci anni, a partire dal 1973, è stato co-editore della famosa rivista tedesca Filmkritik. Ha scritto libri e articoli sulla teoria del cinema e la storia del cinema, compreso The Kind of Red of Technicolor (1972) e Cinema Truth (2002). Nel 1972 ha curato e scritto l'introduzione alla Béla Balázs, The Spirit of Film e nel 1975 curato la traduzione tedesca di André Bazin Che cosa è il cinema?
Nel 1975 ha fondato la sua compagnia di produzione cinematografica, Film Big Sky, che ha prodotto la maggior parte dei suoi progetti. Fino ad oggi Bitomsky ha diretto e in qualche misura anche prodotto più di quaranta film, soprattutto documentari. Il suo lavoro è stato esposto al festival di Amsterdam, Berlino, Edimburgo, Hong Kong, Leningrado, Londra, Marsiglia, Melbourne, Montreal, Los Angeles, New Delhi, Rotterdam, Seoul, Singapore, Tokyo, Venezia e Vienna, tra molti altri città.

Tra i premi che ha vinto è l'acclamato "Grimme Award in Gold" per la Reichsautobahn film: Autostrade del Terzo Reich. Il suo lavoro è stato premiato nel 2000 dalla retrospettiva "A Tribute to Hartmut Bitomsky" al Festival Internazionale del Cinema di Vienna.

Dal 1975 ha insegnato alla Hochschule für Fernsehen und Film, München, presso la Libera Università di Berlino, e alla Film Academy di Berlino. Nel 1993 si trasferisce a Los Angeles e servita presso il California Institute of the Arts, Preside della School of Film / Video fino al 2002.

Ha tenuto corsi di regia, produzione di documentari e altri argomenti correlati. Dal 2006, Hartmut Bitomsky ha diretto la Deutsche Film-und Fernsehakademie Berlin (DFFB).

B-52, il suo lungometraggio documentario sul bombardiere B-52, girato negli Stati Uniti, in Germania e Vietnam, ha debuttato nel febbraio 2001 al Festival di Berlino. Il film ha avuto distribuzione nelle sale in Germania, Giappone e Stati Uniti ed è stato proiettato in tutto il mondo.

Hartmut Bitomsky è un membro del tedesco-americano Film Society e membro della Fondazione Rockefeller.

Nel 2009 ha l'occasione di lavorare con un altro regista di documentari, Christoph Heller con Mein Vater. Mein Onkel, candidato l'anno stesso alla International Documentary Film.
- Sinan visita la sua famiglia biologica irachena per la prima volta dopo essere cresciuto in Germania e non mostrando alcun interesse verso di loro per anni. La sua riluttanza nel scoprire le tradizioni arabe si dissolve appena egli si accinge a conoscere finalmente suo padre.

Icarus Films è orgogliosa di distribuire più recente Hartmut Bitomsky del lungometraggio documentario:

Dust (Staub) - Attiva uno dei temi più banali che si possano immaginare in un veicolo per un nuovo apprezzamento di come queste minuscole particelle influenzano il nostro corpo e il nostro ambiente e in grado di fornire una nuova prospettiva del mondo intero.

12.7.12

Pier Paolo Patti


A partire dal 1998, Pier Paolo Patti presenta le sue opere di pittura e videoinstallazione in esposizioni personali e collettive su tutto il territorio nazionale, prendendo parte inoltre, a numerosi festival di video e di arti elettroniche. Negli anni, tra sperimentazione e ricerca di nuovi linguaggi, affronta produzioni di videoclip musicali, video-fondali per performance, animazioni e videoinstallazioni, collaborando con musicisti come Retina.it, Baba Sissoko, Maurizio Capone, Almamegretta e Marco Messina.Nel 2002, in occasione della realizzazione del cortometraggio Insògno, crea insieme a Stefano Cormino il marchio di produzione Mastofabbro, specializzato in opere video indipendenti.Nel 2005 il video Compianto è il 1° classificato a Fair Play, concorso di videoarte (giuria presieduta da Massimo Bignardi), tenutosi a Salerno, dedicato alle nuove realtà artistiche campane.
In seguito partecipa a Stanze di guerra, videoperformance di Riccardo Mannelli e Remo Remotti, cercando eutopie insieme al tecnoartista Giacomo Verde e con Vite3 da vita a diversi progetti di ricerca linguistica on stage collaborando assiduamente con l' artista Emiliano Campagnola; tutte occasioni fertili per esplorare il mondo del video-teatro e del vjing. Attualmente la sua ricerca è rivolta soprattutto a videoinstallazioni e video d' arte con i quali partecipa ad importanti concorsi e mostre in tutta Italia.
Un’evoluzione lunga dieci anni, che ha portato l’artista campano ad indagare le diverse forme di violazione, abuso e sopraffazione inflitte all’individuo dalle società contemporanee.
Alcune delle sue opere più importanti:
Regia, riprese e montaggio: INSOGNO, DV, 17’, cortometraggio di fantascienza. Presentato a Milano Film Festival (2003) - Milano, Magma-Mostra di Cinema Breve (2003) - Catania, Fano International Film Festival (2003) - Fano, Fujiyama vs Vesuvio (2005) - Ercolano.
Regia, riprese e montaggio: ECCO L’ APRILE, documentario 12’, miniDV, presentato all’Accademia di Belle Arti di Napoli, in accompagnamento alla video-installazione di Ciro Vitale: EVOLUZIONI. A cura di Marco di Capua e Valerio Rivosecchi.
Regia, sceneggiatura, montaggio: MONSIEUR PAUL, 4’, videoclip musicale realizato per la band El-ghor, primo premio al festival internazionale Epizephiry, In onda su All Music, sezione Indiependenti, Fastweb on Tv, One minue Tv, Yks channel.

Emily Breer

Emily Breer è una film-maker statunitense figlia del noto regista Robert Breer.

I suoi lavori, caratterizzati per lo più da collage di live-action e illustrazioni animate, divertenti,ironiche e provocatorie, vantano della collaborazione di molti performer e videoartisti. Hanno vinto numerosi premi e sono stati inclusi in diverse collezioni museali nonché  presentati a vari festival e rassegne a livello internazionale.Tra i più recenti c'è" The Tutor "(2007). 
Il protagonista del corto, interpretato dal performer Joe Gibbons, è il Dr. Joe Baldwin, esperto di educazione infantile alla prese con la piccola Zoe. Egli porta ad ogni lezione un assortimento di libri educativi modificati, giochi e giocattoli: queste sessioni, insieme a monologhi che analizzano il suo sviluppo, sono registrati nella speranza di dimostrare che geni non si nasce ma si diventa, il genio "va fatto". Ciò che risulta evidente è che il fuorviante tentativo di ogni uomo di manipolare l'altro mina la resistenza che ogni bambino esuberante ha ad essere controllato.

Emily Breer dichiara: "Quando ero incinta ho visto un mondo impazzito di offerte educative intensive finalizzate all'educazione del feto: dalle audiocassette Baby Einstein fino a  Embryonics".
Il personaggio di Gibson fonde il disperato bisogno di affermarsi  nella vita e il non riuscirsi. "The Tutor" è la celebrazione della formazione autonoma del bambino e ridicolizza i genitori competitivi, i metodi educativi sbagliati e i testing sistematizzati, mettendo in evidenza anche una certa vulnerabilità dei giovani verso il condizionamento sociale. La sua produzione artistica comprende inoltre:

Fluke (1985)
Superhero (1995)
The Horror (1997)
Caddy (1997)
Pool boy (1997)
Kafka's Bugaboo (1999)
Moby Richard (1999)

Sito ufficiale: www.emilybreer.net

Barry Doupè


Barry Doupé, è nato in Canada nel 1982. I suoi lavori si basano principalmente sulla computer animation. Si è laureato presso l'Emily Carr University nel 2004 specializzandosi in animazione. Nei suoi film utilizza un linguaggio e delle immagini che derivano dal subconscio, sviluppati attraverso esercizi di scrittura e di disegno automatico. Egli spesso crea ambienti in cui i suoi personaggi sono in contrastato tra loro, alternando spettacoli comici a violenti e poetici. I suoi film sono stati proiettati in tutto il Canada, e a livello internazionale, alla Ann Arbor Film Festival, International Film Festival Rotterdam, Anthology Film Archives, Lyon Museo di Arte Contemporanea, Pleasure Dome, MOCCA, Whitechapel Gallery e la Tate Modern.

Christopher Bratton



Christopher Bratton è un educatore americano, amministratore e presidente della School of the Museum of Fine Arts di Boston e vice direttore del Museum of Fine Arts di Boston.
Prima di ricoprire questi incarichi Chris è stato il Preside della School of the Art Institute of Chicago (2002-03) ed è stato presidente del Film, Video e New Media Department presso la stessa scuola. Ha ricevuto il suo M.F.A. in cinema alla University of Wisconsin-Milwaukee nel 1994 e ha partecipato al Whitney Independent Study Program a New York dal 1984 al 1986.
Ha ricevuto il suo B.F.A. presso il College of Art di Atlanta nel 1982. Dal 1991al 1992 è stato visiting professor presso la Brown University, e nel 1990 docente ospite sia alla School of the Art Institute di Chicago sia alla School of Visual Arts a New York. Egli è il destinatario di sovvenzioni da pare della Roderick J.MacArthur Foundation, National Endowment for the Arts, e il Wexner Centro per l'Arte Contemporanea.
Chris è un co-fondatore di Machete Video Chicago, una comunità di giovani artisti basata sull’organizzazione di progetti artistici e multimediali riguardo i temi della gioventù, i media e la tecnologia. Come artista e videografo, il suo lavoro è stato esposto al New Museum of Contemporary Art, New York, al Wexner Center for the Arts, Columbus, Ohio, The Museum of Modern Art, New York, al Maryland Institute College of Art, Baltimore, Maryland, al Franklin Furnace, New York al post scriptum 122, New York, e al Public Broadcasting System(PBS).

Carole Ann Klonarides



Carole Ann Klonarides è nata a Washington DC nel 1951.
Dal 1969 al 1973 ha studiato presso la Virginia Commonwealth University, ottenendo il BFA (il Bachelor of Fine Arts, cioè il grado standard di laurea per gli studenti negli Stati Uniti e in Canada che cercano una formazione professionale nelle arti visive e nel performing). Ha affidato la sua formazione anche al Whitney Museum Independent Study Program (dal 1971 al 1973). Successivamente ha conseguito un Master in Studi Multimediali presso la New School for Social Research, a New York. Al 1984 risale il suo lavoro dal titolo Arcade, realizzato in collaborazione con un'altra artista, Lyn Blumenthal, e che consiste in un video della durata di 9:35 min.

Esso comprende una serie di immagini riciclate dalla televisione e da film, intervallate da filmati registrati nella Chicago El Stations e alternate con dipinti creati da Paschke su uno sfondo fatto con colori computerizzati. Le intuizioni e le luci lampeggianti, le immagini ready-made presentano uno spettacolo secondario delle attuali ansie che giocano sulla deviazione tra la televisione e la realtà.” (Judith Russi Kirshner, "The Science of Fiction/The Fiction of Science, Video Data Bank", Artforum International 23 - Dicembre 1984)

Dal 1991 al 1995 è stata curatrice d'Arte Multimediale al Long Beach Museum of Art, mentre dal 1997 al 2000 si è occupata della programmazione del Santa Monica Museum of Art.

Dall'inverno 2006 al marzo 2008 è stata consulente presso il Getty Research Institute lavorando con il Long Beach Museum of Art Video Collection il quale era stato acquisito dal Getty.

La sua intera carriera si basa sul sostegno delle Arti Elettroniche, materia che attualmente insegna all'UCLA (University of California - Los Angeles ). Esercita anche la carriera di curatrice indipendente d'Arte Contemporanea e dei Media ed è scrittrice d’arte.

11.7.12

Lyn Blumenthal



Lyn Blumenthal,  di aspetto affabile, pieno di intelligenza e benevolenza, unito ad un sorriso naturale, misto ad allegria e interamente libero dalle ristrettezze di un comportamento affettato e serio, nasce a Chicago nel 1976. Ricevuta una laurea presso la "School of the Art Institute" di Chicago, si trasferisce a New York e le basteranno pochi anni per capire che la sua strada da intraprendere sarà:  la carriera da video artista. La sua scultura all'inizio è caratterizzata da disegni, da  installazioni e da video che possono essere visti come esempi frammentari, intrecciati e progressivi di un processo che man mano le ha permesso di crescere  nella costruzione delle sue videocassette mettendo in analisi la politica del femminismo e di tutti i suoi ideali. Lyn Blumenthal, per tutta la sua vita, è stata interessata e ha lavorato contemporaneamente su molte idee, dalle quali sono emerse: la necessità di sviluppare una significativa espressione personale come artista che lavora in video , quella  di contribuire alla comprensione e analisi delle questioni culturali, politiche e  infine quella dell’arte, in cui i video e media giocano un ruolo importante. Riceve un “Master of Fine Arts” nel 1976 dalla “School of the Art Institute” di Chicago e nello stesso anno fonda con il suo compagno, Kate Hornsfield, la scuola di “Video Data bank” contenente una sala proiezione e un centro studi per videocassette sull'arte contemporanea.  I riconoscimenti per l’ottimo lavoro svolto da Blumenthal, non si fecero attendere basti pensare che ottenne l’attestato nazionale per le sue opere video, che sono state mostrate al all'American Film Institute, al Festival Video Nazionale, al celebre Biennale Festival di Berlino e ultimo non per importanza,  all'Istituto per l'Arte Contemporanea di Boston.

Poco prima della sua morte aveva completato "Che cosa vuole?": una serie di sei filmati video lungometraggi d'arte di vari artisti incentrati sulle questioni femminili. Diventerà famosa come consulente di organizzazioni artistiche alternative, e come relatrice e consulente di agenzie che includono il “National Endowment for the Arts”. Le sue opere sono state esposte al Whitney Museum of American Art, il Museo d'Arte Moderna e altrove in questo Paese e in Europa.
La sfavillante e creativa donna di Chicago si spense improvvisamente nell’afoso 25 luglio 1988  alla sola età di 39 anni.