3.10.09

Francis Alÿs

Nato ad Anversa, Belgio nel 1959, vive e lavora a Città del Messico. Dopo gli studi di architettura prima in Belgio e poi a Venezia, Francis Alÿs si trasferisce nel 1987 a Città del Messico, una delle più grandi e caotiche metropoli del mondo, scenario paradigmatico della civiltà urbana contemporanea che l'artista vive come un immenso laboratorio a cielo aperto. Dal 1991 sono state dedicate al suo lavoro importanti esposizioni personali in prestigiose istituzioni europee, americane e messicane e ha partecipato a numerose collettive in ambito internazionale. La produzione artistica di Alÿs si suddivide in paseos (passeggiate), video, installazioni e pittura. I suoi quadri, per via della figurazione semplificata e dei contenuti narrativi e didascalici, sono ascrivibili ad un genere di pittura di facile lettura popolare. Alcuni esempi di paseos, intrapresi dalla metà degli anni Novanta: nel 1991 l'artista ha passeggiato per le strade di Città del Messico tenendo al guinzaglio un cane magnetico che raccattava tutte le parti metalliche che incontrava sul suo cammino. A San Paolo del Brasile nel 1995 ha percorso le strade con un barattolo di vernice che sgocciolava e si è perso nella città, riuscendo poi a ritrovare la strada del ritorno grazie alla scia tracciata alle sue spalle. Nel 1997 a Città del Messico ha trascinato per la strada un blocco di ghiaccio finché non si è completamente sciolto. Per andare da Tijuana a San Diego, città contigue ma divise dalla frontiera, ha fatto l'intero giro del mondo. Nel 2001 alla Biennale di Venezia l'artista ha fatto percorrere i luoghi della mostra da un pavone, quale emissario simbolico dell'artista che intraprende la passeggiata. I paseos sono opere che si trasmettono come aneddoti inscritti nella realtà, diari di viaggio o viaggi nel luogo in cui l'opera si disperde o si smembra e cioè il contesto urbano e sociale. Quello che rimane sono fotografie scattate dai passanti, appunti dell'artista sulle persone incontrate lungo il cammino o articoli di giornale. In queste "passeggiate", il razionalismo più rigoroso convive armonicamente con l'immaginazione più sfrenata. Il concetto di esperienza originale svanisce completamente e così ogni possibilità di conoscenza oggettiva o nozione di verità assoluta. Ciò che resta è un mondo fatto di linee aperte, dove lo spazio fra le une e le altre deve essere percorso senza illudersi di riuscire a raggiungere la destinazione finale, dove la cosa più saggia da fare è proprio "passeggiare" senza pretendere di arrivare a nessun punto. Alla terza Biennale di Lima nel 2002 l'artista ha realizzato una modificazione geologica spostando una duna sabbiosa vicino a Lima con una catena umana di cinquecento volontari. Sempre nello stesso anno in occasione dello spostamento di sede del MOMA di New York, l'artista ha realizzato una processione dalla vecchia alla nuova sede del museo

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