28.1.10

Simonetta Fadda

Simonetta Fadda (Savona 1962) è artista video, collabora con musei ed istituzioni occupandosi di didattica dei media, è traduttrice e scrittrice . Come artista ha esposto a: Biennale d’Art Contemporain d’Enghien les Bains di Parigi 2002, Aktionsforum Praterinsel di Monaco di Baviera 2003, Quadriennale di Roma, Torino 2004, al Mach mit! Museum di Berlino 2007, Mambo Bologna 2008, MAN Nuoro 2008.

Ha pubblicato per Costa & Nolan "Definzione Zero, origine della videoarte tra politica e comunicazione”

26.1.10

YOKO ONO

Yoko Ono, artista e musicista giapponese, nasce a Tokyo il 18 febbraio 1933 da Eisuke Ono e Isoko Yasuda Ono.
In giapponese kanji il suo nome significa "bambina dell'oceano" mentre il cognome significa "piccolo prato".
A Tokyo, il suo, è un contesto privilegiato: la sua è una delle più ricche famiglie di banchieri giapponesi. Frequenta la Gakushuin, prestigiosa accademia di Tokyo, dai primi anni scolastici fino a quelli della maturità.
La famiglia Ono durante la Seconda Guerra Mondiale sopravvive al bombardamento di Tokio in un bunker sotterraneo.
Dopo la guerra la famiglia Ono si trasferisce a Scarsdale, New York, negli USA, dove Yoko vivrà la maggior parte della sua vita.
Si iscrive al Sarah Lawrence College: in questi anni i genitori deplorano il suo stile di vita, punendola perchè frequenta persone considerate inferiori al suo rango. Yoko Ono adora circondarsi di artisti e poeti. Visitava spesso gallerie d'arte spinta dal desiderio di poter esporre in futuro anche lei, i propri lavori. Nel 1956 sposa il compositore Toshi Ichiyanagi dal quale divorzierà nel 1962. Il 28 novembre 1962 sposa l'Americano Anthony Cox, musicista jazz, produttore cinematografico e promotore artistico. Il matrimono viene annullato il 1 marzo 1963: si risposano il 6 giugno per divorziare il 2 febbraio 1969. La loro figlia, Kyoko Chan Cox, nasce l'8 agosto 1963: in seguito a una battaglia legale a Yoko Ono viene assegnata la custodia permanente della bambina, tuttavia nel 1971, Cox, che nel frattempo diviene un fondamentalista cristiano, rapisce Kyoko e scompare. Yoko Ono ritroverà la figlia solo nel 1998.
Yoko Ono fu fra i primi membri di Fluxus, un'associazione libera di artisti d'avangurardia che si sviluppò all'inizio degli anni sessanta.
Fu tra i primi artisti ad esplorare l'arte concettuale e le performance artistiche. Un esempio delle sue performance è Cut Piece, durante la quale stava seduta su un palco ed invitava il pubblico a tagliare con delle forbici i vestiti che aveva addosso fino a restare nuda. Un altro esempio di arte concettuale è il libro Grapefruit (Pompelmo), edito per la prima volta nel 1964, che comprendeva delle surreali istruzioni in stile Zen da completare nella mente del lettore, come Nascondino: nasconditi finché tutti si dimenticano di te. Nasconditi finché tutti muoiono. Il libro fu ripubblicato diverse volte, l'edizione a maggior tiratura risale al 1971, distribuito da Simon and Schuster, fu ristampato nel 2000.
Yoko Ono ha diretto anche alcuni film sperimentali, 16 fra il 1964 e il 1972, fra i quali ottenne un certo successo No. 4 del 1966, più noto con il titolo Bottoms. Il film consiste in una serie di inquadrature di natiche umane di soggetti che passeggiano su di una pedana mobile. Lo schermo è suddiviso in quattro parti quasi uguali per mezzo dalla fessura e dalla piega orizzontale dei glutei. La colonna sonora consiste di interviste a coloro che sono stati filmati o hanno collaborato al progetto. Nel 1996, la Swatch ha prodotto un orologio in edizione limitata per commemorare questo film. Il lavoro della Ono può essere apprezzato al meglio da una "mente aperta". Ella è stata, infatti, descritta come "la più famosa artista sconosciuta: tutti conoscono il suo nome ma nessuno sa cosa fa". La produzione artistica di Ono è stata più volte stroncata dai critici ma in seguito le sue opere sono state rivalutate da diversi studiosi e critici d'arte. Negli ultimi anni il suo lavoro ha regolarmente ottenuto riconoscimenti e consensi.
Nel 2001, YES YOKO ONO, una retrospettiva di 4 anni del lavoro di Ono, ricevette il prestigioso premio americano dell'Associazione internazionale dei critici d'arte come miglior mostra museale svoltasi a New York, considerato uno dei più importanti riconoscimenti in campo museale. Nel 2000 Ono fu premiata con la Skowhegan Medal per le sue opere in diversi media. Nel 2005 ricevette il "Lifetime achievement award" dalla Società giapponese di New York.
Nel 2001 l'Università di Liverpool le assegna una Laurea in Legge ad honorem. Nel 2002 le viene conferita la laurea come Dottore delle belle arti dal Bard College.
A partire dagli anni sessanta, Yoko Ono è stata una fiera e costante attivista in favore del pacifismo e del rispetto dei diritti umani. Dopo il loro matrimonio, nel marzo del 1969, Lennon e Yoko annunciarono un Bed-In per la pace nella suite nuziale dell'Hotel Hilton di Amsterdam. I giornalisti si accalcarono per riuscire ad entrare perché credevano che i due avrebbero fatto sesso in pubblico, davanti alle loro macchine fotografiche, ma si trovarono invece di fronte ad una coppia di neo-sposini in pigiama che volevano parlare della pace nel mondo. Nel maggio dello stesso anno fecero un secondo Bed-In a Montreal, da cui derivò la registrazione del loro primo singolo "Give peace a chance", che sotto il nome del nuovo gruppo Plastic Ono Band riuscì ad entrare nella classifica dei primi 20 dischi più venduti. Insieme a John Lennon diede vita a numerose altre forme di protesta sociale, tra cui il Bagism che consiste nel nascondere sé stessi in una borsa od un sacco per dimostrare che le persone non vanno giudicate dall'apparenza esteriore.
Nel 2002 Yoko Ono ha istituito un proprio premio per la pace, un assegno di $ 50.000 per artisti che vivono in "zone di guerra". I primi beneficiari sono stati degli artisti Israeliani e Palestinesi.
Nel 2004 ha reinciso la sua canzone "Every Man Has a Woman Who Loves Him", per sostenere la causa dei matrimoni omosessuali, pubblicando due diversi remix intitolati "Every Man Has a Man Who Loves Him" and "Every Woman Has a Woman Who Loves Her".
Ono si lanciò in una nuova altra provocazione con il suo contributo alla quarta edizione della Biennale di Liverpool nel 2004. Con striscioni, borse, adesivi, cartoline, volantini e poster inondò la città con due immagini: il seno di una donna ed una vagina. L'opera intitolata "My Mummy Was Beautiful" (It."La mia mamma era bellissima") era dedicata alla madre di Lennon, Julia, morta quando John era teenager. Secondo Ono l'opera era innocente, non scioccante e voleva replicare l'esperienza di un neonato che guarda la madre: quelle parti del corpo sono per il bambino l'introduzione all'umanità.
Alcuni abitanti di Liverpool, tra cui la sorellastra di Lennon, Julia Baird, reputarono l'opera offensiva. Il programma della BBC North West Tonight invitò i telespettatori a telefonare per esprimere la loro opinione e dei 6.000 chiamanti il 92% rispose che voleva la rimozione dell'immagine.
Chris Brown, giornalista del Daily Post di Liverpool, apprezzò l'opera e scrisse: «Molti hanno amato l'opera (...) e Yoko Ono è riuscita di nuovo a far muovere gli occhi del mondo verso di noi». Anche il giornale The Times di Londra fu positivo: «Il suo imperdibile contributo alla quarta edizione della Bienniale di Liverpool domina l'evento e sembra anche simbolizzare la nuova Liverpool internazionale (...) Brillante (...) Come sempre con l'arte di Yoko Ono, un'azione semplice è diventata un'azione radicale».
Rispondendo alle critiche Ono affermò: «Non cercavo di insultare Liverpool. In realtà, quando avevo pensato all'installazione e a questo bel seno e vagina di madre per tutta la città, avevo pensato 'Ah, sarebbe così bello', ed è come dar loro amore, perché siamo tutti nati dal corpo di nostra madre ed è la prima cosa da cui siamo nutriti: il seno materno. In qualche modo le persone cercano di inibire quel ricordo. Le donne sono messe in una condizione per cui si sentono imbarazzate del loro corpo. È così ridicolo, ma anche così strano: dobbiamo scusarci per aver creato la razza umana».
Della sua ispirazione artistica ha detto: «Sono sempre dentro di me ed ascolto cosa mi viene in mente. Sono come un condotto di un messaggio che passa attraverso di me. Mi interesso a tutto, ugualmente, ogni giorno. Sono innamorata della vita, del mondo, in ogni istante».

3.1.10

PIPS:lab

Fondato nel 1999 da Keez Duyves, Remco Vermeer e Mathijs de Wit, il gruppo dei PIPS:lab è composto da artisti di formazione diversa: Daan van West, Keez Duyves, Thijs de Wit, Stijl Hallema, Steven van Hulle.
Il collettivo, supportato dal governo olandese e dalla città di Amsterdam sino al 2013, è “uno dei pochi gruppi artistici elettronici che sono in grado di unire alcuni concetti base fino ad oggi rimasti isolati gli uni dagli altri: multimedialità artistica, utilizzo di diverse forme e fonti espressive, componente performativa e teatrale e interattività”.
Sull'interattività in modo particolare i PIPS:lab hanno fondato il principio della propria arte, convinti che il futuro sia nel dialogo costante con il pubblico e nel suo coinvolgimento diretto, in quella fisicità che nell'arte elettronica è venuta a mancare, favorendo l'isolamento di artisti impegnati in virtuosismi da laptop e una proposta piuttosto ripetitiva per un pubblico sempre più esigente.
La produzione dei PIPS:lab è interdisciplinare; spazia dal teatro alla performance, dalla musica all'installazione, al video...il tutto condito da grande ironia.
Alcuni dei loro lavori, come gli spettacoli “Wortal Combat” e “Washing Powder”, l'installazione “Luma2Solator” e il il Vjset “Lumasol” sono progetti assolutamente innovativi.
Il “Wortal Combat” è essenzialmente uno spettacolo teatrale, che può essere considerato come un game-show interattivo multimediale in cui il pubblico diventa parte attiva dello show.
“The Washing Powder Cospiracy” è invece una divertente piece teatrale la cui colonna sonora viene realizzata con centrifuga di lavatrice e ferri da stiro.
Le tecniche usate in entrambi gli spettacoli sono le stesse: oltre a suonare e a recitare, vengono utilizzati sensori sonori e luminosi; il tutto viene registrato in presa diretta mediante tecnologie di motion tracking e inviato al computer dove il materiale viene rielaborato e riproposto diventando un nuovo prodotto audiovisivo.
“Luma2Solator” è un'installazione basata sul concetto di visual graffiti, in cui l'audience è realmente parte dell'installazione.
Mediante tecniche sensoriali luminose vengono catturati in tempo reale i graffiti creati dalla gente e realizzati all'interno della installazione stessa.
Il “Lumasol” è invece una forma di Vjing interattivo in cui viene utilizzata una tecnica chiamata “Luma light”, sulla base di sperimentazioni analoghe già attuate da Picasso.
I PIPS:lab si esibiscono in tutto il mondo nell'ambito di concerti, manifestazioni, serate, festival come Peam 2005 di Pescara, Audiovisiva di Milano, Rive Creative, Notte Bianca di Roma...
Hanno inoltre presentato i loro lavori presso la Deaking University in Australia.