21.2.13

Marina Abramović


Marina Abramović è un'artista serba, nata a Belgrado il 30 novembre 1946. Il suo lavoro esplora la relazione tra esecutore e pubblico, i limiti del corpo e le possibilità della mente.Attiva nel campo della body art, utilizza da sempre il proprio corpo sia come mezzo sia come soggetto. Infatti è una delle primissime autrici di performance art e che continua a produrre tutt'oggi. Si dedica ad opere che riutilizzano le azioni più quotidiane,come lo star seduti o pensare, che sono fondamentalmente espressione di un unico stato mentale. Marina Abramović ha sempre messo alla prova i propri limiti fisici e mentali sopportando dolori e torture, correndo rischi alla ricerca di trasformazioni emotive e spirituali.Dal 1992 tiene workshop, conferenze, mostre personali e collettive in tutto il mondo, fino a vincere nel 1997 la Biennale di Venezia con l'esecuzione di Balkan Baroque.Marina Abramović ha grattato e pulito per otto ore al giorno una montagna sanguinolenta di ossa di animale, cantando litanie e lamenti, tra video che celebravano la sua appartenenza ad un paese dilaniato dalle guerre. Azioni fondate sulla capacità di tollerare ogni sorta di umiliazione, paura e fatica.Art must be beautiful, 1975"L'arte deve essere bella, l'artista deve essere bello"In questa esecuzione Marina si spazzola i capelli per un'ora e contemporaneamente si pettina, ripete l'atto arrivando a sfregarsi il volto e a rovinarsi i capelli.Freeing the body, 1975Si avvolge la testa in una sciarpa e inizia a muoversi a ritmo di un tamburo africano, balla finché non è completamente esausta e cade a terra; l'esecuzione dura otto ore.The Abramovich method, 2012La performance ha luogo a Milano, e coinvolge il pubblico, che è guidato e motivato dall'artista a vivere e sperimentare le sue installazioni interattive. La performance consiste nell'entrare nel mondo del silenzio, lontani dai rumori, rimanere soli con se stessi e allontanarsi per poche ore dalla realtà; un'esperienza fatta di buio e luce, percezioni spazio-temporali alterate, assenza e presenza.


Alex Rivera

Alex Rivera (nato a New York City 1973) è un regista statunitense specializzato in film su lavoro, immigrazione e politica. Rivera nasce nel 1973 a New York. Suo padre è un immigrato peruviano e sua madre è una cittadina americana. Cresce nel New Jersey in un ambiente multiculturale, ben presto mostra interesse per il cinema, media digitali e Sci-Fi. Egli è ben noto per il suo lavoro Sleep Dealer che ha debuttato al Sundance Film Festival 2008. Nello stesso anno, gli è stato assegnato il premio del Prize Alfred P Sloan Feature e il premio Waldo Salt Screenwriting. Rivera nel 1995 ha frequentato il Hampshire College, ha studiato inoltre Scienze Politiche e teoria dei media. Egli è anche un’artista dei media digitali e regista a New York. Il suo lavoro è incentrato molto su questioni politiche, di migrazione, di razza e di genere della comunità Latina. Grazie alla sua conoscenza ed esperienza in cinematografia egli riesce a dare al linguaggio forma di satira e umorismo per migliorare la comprensione da parte della comunità latina all'interno delle varie comunità anglosassoni, questo concetto possiamo trovarlo sul lavoro di un falso documentario dal nome "Un giorno senza messicani". Negli ultimi dieci anni, Rivera ha lavorato per far conoscere due realtà parallele, la globalizzazione dell’informazione attraverso internet e la globalizzazione delle famiglie e delle comunità attraverso la migrazione di massa. Rivera, cattura il processo di migrazione e i cambiamenti sociali degli immigrati, al fine di essere considerato un modello di cittadino americano. I suoi film creano un grande impatto sulla comunità Latina per il realismo con cui rappresenta i personaggi. Essi stabiliscono una relazione con il pubblico, e non solo della comunità latina ma di tutti coloro che hanno esperienza da disumanizzazione nei paesi ospitanti. Rivera vuole che i suoi telespettatori capiscano che il "sogno americano, è di cinque minuti nel futuro, in cui c’è un rapporto tra tecnologia e una serie di questioni politiche. Usa la tecnologia per mostrare la disumanizzazione dei migranti e sempre attraverso la tecnologia si impegna di far nascere un senso di umanizzazione. Alex Rivera ha fatto film sul tema del lavoro, immigrazione e la politica del 1990. Alcuni dei suoi lavori sono stati visti come finti documentari e opere che illustrano le lotte transnazionali degli immigrati. Il lavoro di Rivera diffonde, appunto, gli ostacoli degli immigrati in lotta per l'integrazione negli Stati Uniti. I film sollevano interrogativi "sul lavoro degli immigrati come merce mobile e il rapporto di questo bene per l' accumulazione di capitale". Rivera illustra anche come gli immigrati usano il dollaro americano per invertire lo sfruttamento degli Stati Uniti nelle città natale degli immigrati. Tra i suoi film troviamo anche critiche alla politica americana sull'immigrazione disumanizzata degli immigrati per il loro lavoro, e la critica sulla globalizzazione economica neoliberista attraverso esempi futuristici. Il film più importante di Rivera per criticare le politiche statunitensi in materia di immigrazione attraverso esempi futuristici è stato "Sleep Dealer". Rivera dice di usare influenze come" Star Wars "e" El Norte "per esprimere le lotte degli immigrati. In un’ intervista Rivera traccia un parallelo ed esprime gli Stati Uniti come l'Impero Galattico e le vittime delle immigrazione statunitense e le politiche economiche come le Forze Ribelli.


Sleep Dealer, Alex Rivera director

Joan Braderman

Joan Braderman, pluripremiato video artista e scrittore, è stato coinvolto con film e video come sceneggiatore, artista e produttore da oltre 25 anni. Nato a Washington, DC, si è laureato ad Harvard e New York University. Le sue opere sono presenti nelle collezioni permanenti di musei come lo Stedelijk di Amsterdam, il Centre Pompidou di Parigi e il Museum of Modern Art di New York City. Joan ha studiato cinema 16 mm di scuola, poi imparato a sparare e modificare bobina in bianco e nero a bobina-video a New York negli anni '70, la produzione di documentari ad esempio per una BICENTENARIO senza colonie, (20, min 1977) e dei popoli 'CONVENZIONE, South Bronx, (20.min, 1980.) Ha prodotto altro non-fiction come ASPETTANDO L'INVASIONE, cittadini degli Stati Uniti in Nicaragua con Dee Dee Halleck; Skip Blumberg et al (. 28 min 1984) fatto per opporsi alla Reagan-sponsorizzato il supporto per i rivoluzionari del contatore in quel paese in TV pubblica. Ha vinto il Global Award Miglior Documentario Village nel 1984. Dite loro PER NOI; MADRE IN NICARAGUA (28 min 1985, co-prodotto con la CBS camerawoman, Jane Lurie), parla di un gruppo di donne nordamericane incontrare donne in tutto il Nicaragua e la presentazione di un'ambulanza al Calderon Berta Hospital di Managua. Nel 1975, Joan è unito al gruppo che ha fondato l'innovativa rivista, "ERESIE Una pubblicazione femminista su Arte e Politica". Braderman è meglio conosciuto per la sua serie di opere video, che scrive ed esegue - sulle donne, il desiderio e cultura popolare. La prima di queste, NATALIE non sono annegati, JB O legge il National Enquirer (28 min 1983, realizzato con il regista, Manuel De Landa per Paper Tiger TV) inizia con il suo fascino proprio con tabloid come il National Enquirer. In uno stile originale, che ora è stato definito "stand-up teoria", che offre una "una donna, prestazioni pazzo, al tempo stesso incarna e nettamente l'analisi della schizofrenia della cultura degli Stati Uniti." Giovanna la ormai famigerata 'post-graffio' SE DYNASTY (32, min 1986) usa effetti video speciali di inserire la propria critica, il corpo performativo in found footage del popolare prime 80 ora soap opera, esilarante infilza i piaceri del campo dello spettacolo e del suo insidioso subtext: l'avidità, la ricchezza di petrolio e l'ipocrisia di Reagan stile America. JDD è stato incluso nel 1987 Whitney Bienniel Exhibition ed è stato chiamato 'il video più diffuso femminista mai fatto.' NO RAGAZZE PIU NICE (44. min 1989), un lavoro più personale che unisce finzione script, autobiografia, e collage, parla a una generazione di "femministe invecchiamento dall'inferno" armati di storie forti e le amicizie, ma di fronte al gioco vizioso della Nuova Destra. Si esibisce di nuovo nel secondo posto RIESAMINATO TRENTA (11 min 1989), che mette una bugia l'idea che solo "liberi" mercati regolano la libertà di espressione negli Stati Uniti. Ha preso Choice Award della Critica al festival di New England. JOAN VEDE STELLE, (59 min, 1992) co-diretto con Dana Maestro, esplora la cultura della celebrità e Braderman amore-odio con Hollywood. Esecuzione a letto, dove aveva subito una malattia a lungo termine, lei e caro amico, il regista, Leland Moss, programmati festival del cinema diva sul proprio videoregistratore mentre stava sull'altra costa, morendo di AIDS . JSS in anteprima al National Film Theater di Londra, il New York Film Festival negli Stati Uniti Joan ricevuto una retrospettiva al Museo De Cordova nel 1994 e il presidente Koopman in Arti Visive presso la Scuola d'arte Hartford nel 1996, dove ha creato il suo primo . pezzo installazione Quindi, "A Tribute to Joan Braderman" è stato presentato al Festival del Cinema di Northampton, nel novembre 1996 le sue borse sono premi da:. del National Endowment for the Arts, The New York e dei Consigli di Stato del Massachusetts per le Arti, The American Film Institute, The New York Foundation for the Arts, la Fondazione Girolamo, la Fondazione MacArthur, et al. scrittura di e su Braderman è apparso in tali riviste e libri come The Village Voice, The Independent, Time Out, Afterimage, e The Guardian di Londra, Contemporanea e Luminarie,. An Essential Guide to Video Arte di recente Joan lavorato con Crescent Diamond (Producer on the progetto in corso) per rendere PARA NO olvidar (6 min 2004) immagini video digitali di un collage delle strade dell'Avana Vecchia per l'uso sul sito web di The Office dello storico della Città dell'Avana. Ha insegnato presso la School of Visual Arts, The Boston Museum School, The London Institute, e alla Universidade Catolica Portuguesa quando è stata assegnata la cattedra Fulbright Distinguished in Video nel 2002. Joan ama nuotare, ballare, cantare e uscire con i suoi gattini, Ocho e Cava, la adorava gli amici, il suo innamorato, Bob, e il suo giovane, 90 anni, padre.

Pina Bausch

Philippine Bausch detta Pina (Solingen, 27 luglio 1940-Wuppertal, 30 giugno 2009) è stata una coreografa e ballerina tedesca.
Tra le più importanti e note coreografe mondiali, la Bausch ha diretto dal 1973 il Tanztheater Wuppertal Pina Bausch, con sede a Wuppertal, in Germania. Il suo nome è legato al termine Tanztheater (teatro-danza), adottato negli anni '70 da alcuni coreografi tedeschi - tra cui la stessa Bausch - per indicare un preciso progetto artistico che intende differenziarsi dal balletto e dalla danza moderna, che include elementi recitativi, come l'uso del gesto teatrale e della parola, con precise finalità drammaturgiche.
Inizia la carriera artistica da adolescente, esibendosi in piccoli ruoli di attrice nel teatro di Solingen, la città nativa. In seguito si trasferisce a New York, grazie ad una borsa di studio. Perfeziona la sua tecnica alla "Juillard School of Music". Successivamente viene scritturata, come ballerina, dal New American Ballet e dal Metropolitan Opera.
Nel 1962, dopo il rientro in Germania, che la vede impegnata ancora come danzatrice, Pina Bausch inizia nel 1968 a comporre le prime coreografie per il corpo di ballo della sua prima scuola, la Folkwang Hochschule di Essen fondata da Kurt Jooss, che dirigerà dall'anno successivo.
Nel 1973 fonda il Tanztheater Wuppertal Pina Bausch, cambiando nome al già esistente corpo di ballo di Wuppertal. I suoi spettacoli riscuotono fin da principio un indiscusso successo, accumulando riconoscimenti in tutto il mondo. I primi lavori sono ispirati a capolavori artistici, letterari e teatrali, come ad esempio Le sacre du printemps del 1975. Con Cafè Muller (1978), uno dei suoi spettacoli più celebri, composto sulle musiche di Henry Purcell, si assiste ad una svolta decisiva nello stile e nei contenuti. Mentre le prime opere sono animate da una dura critica alla società consumistica e ai suoi valori, le opere più mature approfondiscono sia il contrasto uomo-società, sia la visione intima della coreografa e dei suoi danzatori, che sono chiamati direttamente ad esprimere le proprie personali interpretazioni dei sentimenti.

Thomas Block Rubnitz


Thomas  Block Rubnitz  nacque nel  1956 a Chicago, Illinois.

Tom è stato un video-artista, le sue videocassette erano principalmente ispirate alla cultura pop e spettacoli in stile Las Vegas. Un certo numero di sue opere presentano RuPaul ed i membri del B-52.
Nel  1987 produsse il Wigstock documentary ; un film sul festival  annuale di drag queen. Nel 1991 in collaborazione con Tom Koken e Barbara Lipp, produsse “ The Mother Show” ; un omaggio alle madri in tutto il mondo. Frieda, la bambola "vivente" chiede alla madre una serie di domande, come "Mamma, ci sono giorni in cui ti senti in forma e non ti senti madre?”.
Enuncia quindi al significato della parola, Il nastro si conclude con il suo accattivante pronunciamento: "Mamma, sei come una madre per me. Altre sue  opere sono:  "Shortcut Strawberry" e il famigerato "Pickle Surprise". Quest’ultimo è un perfetto esempio della  malvagia  visione del  mondo, di abitanti affetti di demenza dopo l’assunzione di un paio di cocktail e fumo presso il Pyramid Club.
Tom ha vissuto a Manhattan con il suo socio Curtis Irwin e i loro due gatti persiani. Morì  nello Sloan-
Kettering  Cancer  Center  Memorial  di una malattia correlata all'AIDS nell'agosto del 1992 all'età di 36 anni.

18.2.13

Luigi Urso (UR5O)

Ur5o, classe 1970, vive e lavora a Napoli. 
Dopo gli studi artistici e di architettura intraprende l'attività come libero professionista nel campo della grafica pubblicitaria con particolare interesse per l'editoria. All'insegna dell'eclettismo più sfrenato, architettura, design, fotografia, grafica, regia, con un occhio di riguardo per chi vive qualsiasi forma di disagio, Ur5o, al secolo Luigi Urso, esplora, con ogni mezzo e in ogni campo, i concetti di censura e di sostenibilità, concepiti come entità antipolari o complementari. Il suo stesso pseudonimo deriva dall’operazione di censura per sostituzione, la più potente forma di censura, cui ha sottoposto il cognome. Il suo lavoro denuncia un forte radicamento nel contesto partenopeo e rimanda ad una dimensione di profonda immersione nella crudezza del reale.
Mostre: Opening 0. 1 – Sarajevo Supermarket, Nocera Inferiore, 2011; Premio Celeste 2011, VIII Edizione, Bologna, 2011; Contestazioni, a cura di Raffaella Barbato, Rotonda Via Panoramica, Terzigno (NA), 2011; La fabbrica del senso, a cura di Francesca Guerisoli e Stefano Taccone, Spaziocorale – Arci Bellezza, Milano, 2011; Artisti per la salute, Derbylius, Milano, 2010; Nascor. Fra arte e natura, Fondazione Noesi, Martina Franca (TA), 2009; Dove sei? La visibilità come borderline esistenziale, a cura di Carlo Baghetti, Picagallery, Napoli, 2009; Acqua, aria, terra, fuoco, amore, odio, vita, morte, a cura di Stefano Taccone, Numen Art Gallery, Benevento, 2009; Emergency room, Pan, Napoli, 2009; I Cortili dell'Arte 2009, Centro storico, Villaricca (NA), 2009; Comincia adesso!, a cura di Stefano Taccone, Ventre, Napoli, 2009; Incontri di frontiera, a cura di Pina Capobianco e Stefano Taccone, Centro Hurtado, Napoli, 2009; Effetto personale – Teatro minimo, a cura di Stefania Russo e Stefano Taccone, Teatro Instabile, Napoli, 2008; Discorso sul silenzio – Corrispondenze di frontiera, a cura di Pina Capobianco e Stefano Taccone, Centro Hurtado, Napoli, 2008; Cow Parade 2008, Capri (NA), 2008; Europa presente – identità, differenza, relazione, a cura di Stefano Taccone, Chiesa di Santa Maria Incoronata, Napoli, 2008; La sete nel mondo, a cura di Lara Caccia, Villaggio Mancuso – Parco Nazionale della Sila piccola, Taverna (CZ), 2007; La tavolozza imbandita, Istituto Grenoble, Napoli, 2007; Visione Sociale, a cura di Stefano Taccone, Casina pompeiana – Villa Comunale, Napoli, 2006; Dalla Patafisica all'Apatafisica, a cura di Andrea Alberti e Tania Lorandi, Sala SS Filippo e Giacomo, Brescia, 2005; Serata Patafisica, a cura di Mario Persico ed Eleonora Puntillo, Istituto Grenoble, Napoli, 2004; Ora-column, a cura di Giacomo Faiella, Museo Archeologico Nazionale, Napoli, 2003.

Isaac Julien


Isaac Julien è  un'artista che privilegia le installazioni e la regia; è nato nel 1960 a Londra, dove attualmente vive e lavora.
Uno degli obiettivi del lavoro di Julien è quello di abbattere le barriere che esistono tra le diverse discipline artistiche, attingendo da cinema, danza, fotografia, musica, teatro, pittura e scultura,e unendo queste per costruire una narrazione fortemente visiva.
Molti suoi lavori si riferiscono alla sua esperienza diretta di nero e gay o, in generale al tema dell'identità, comprese le questioni di classe, la sessualità, la storia artistica e culturale.
Dopo il diploma alla St Martin' s School of Art nel 1984, dove ha studiato pittura e cinema, fonda la Sankofa Film and Video Collective (1983-1992), ed è uno dei membri fondatori del Normal films nel 1991.
Julien è stato nominato per il Turner Prize nel 2001 per i suoi film The Long Road to Mazatlán (1999), realizzato in collaborazione con Javier de Frutos e Vagabondia (2000), in collaborazione con Javier de Frutos.
Lavori precedenti includono Frantz Fanon: Black Skin, White Mask (1996), Young Soul Rebels (1991) che ha ottenuto dalla Semaine de la Critique il Premio come miglior Film al Festival di Cannes dello stesso anno, e l'acclamato documentario poetico  Looking for  Langston, con cui è venuto alla ribalta nel mondo del cinema nel 1989.
Julien è stato il vincitore sia del prestigioso Premio MIT Eugene McDermott nelle Arti (2001) che del Lifetime Achievement Award Frameline (2002).
Il suo lavoro Omeros Paradise è stato presentato come parte di Documenta XI a Kassel (2002).
Nel 2003 ha vinto il Gran Premio della Giuria alla Biennale Kunstfilm a Colonia per la sua versione in singola schermata di Baltimora e,nel 2005, l' Aurora Award.
Più di recente, ha avuto mostre personali al Centre Pompidou di Parigi (2005), MoCA Miami (2005 ) e la Kerstner Gesellschaft, Hannover (2006).
L'artista è anche un regista di documentari - il suo lavoro in questo genere comprende BaadAsssss Cinema , un film sulla storia e l'influenza della blaxploitation nel cinema.
Isaac Julien è stato professore a contratto presso la Harvard University di Studi Ambientali Visivi e afro-americani  ed è attualmente visiting professor presso il Whitney Museum of American Arts.
É stato anche un ricercatore presso il Goldsmiths College, Università di Londra ed è un amministratore fiduciario della Serpentine Gallery. Nel settembre del 2009 è diventato professore presso l' Università di Karlsruhe di Arti e Design.  

Julien è rappresentato nel Museum of Modern Art, New York, Fundación Helga de Alvear, la Tate Modern, Centre Pompidou, Guggenheim, Albright-Knox, Goetz Collection, Collezione Brandhorst, LUMA Foundation e la Collezione Hirshhorn.



24.10.12

Mikael Ericsson

Mikael Ericsson è un visual artist e la sua attività spazia tra disegno, scultura, suono l film e televisione.
Negli ultimi anni si è particolarmente dedicato alle installazioni sonore e visive inserendole in uno spazio architettonico costruito per l'occasione o in un contesto preesistente particolarmente suggestivo, come la prigione di una vecchia fortezza o più convenzionale come un museo d'arte. In alcune di queste installazioni ha adoperato pareti dipinte a UV, proiettori e oggetti mobili per creare momenti di interazione con il pubblico.
Al momento sta lavorando ad un' installazione sonora per “Arpa Art Lab”, in Svezia, un laboratorio d'arte che ha fondato con Julijana Nemeti nel 2010. Il laboratorio è in un mulino a vento completamente restaurato, il " Windmill Harplinge", sulla costa occidentale svedese. Nell'estate del 2012 il mulino a vento è divenuto un "Kvarnofon", una macchina che suona da sola riproducendo il suono di un organo a canne. Questa installazione sonora ad energia eolica è stato il primo di una serie di eventi già pianificati dall'artista. Ericsson è anche il fondatore di “TRUMTRUM”, una società che ha visto la nascita di molte opere artistiche e di spettacoli underground fin dal 1994. Nello stesso anno ha dato vita al gruppo artistico "most infamous" della Svezia, la "Kollektive Für Alle", insieme all'artista comico Peter Wahlbeck. Il primo disco, Musica für Alle è stato un grande successo e negli anni a venire “TRUMTRUM” ha prodotto tutti i progetti "Für Alle": radiodrammi, serie televisive, dischi e opere teatrali.

13.9.12

Stephen Beck

E' un videoartista in attività già dal 1967. Le sue performance, i video e le sue sculture sono state acquistate in tutto il mondo da vari collezionisti. L'artista ha recentemente presentato il suo lavoro alla mostra "Conversazioni con artisti contemporanei" a New York. Inoltre Stephen Beck è laureato in ingegneria elettronica e scirenze informatiche.
Videoinstallazioni:
"ATMOSFERE"
E' una videoistallazione ambientale svolta in Giappone.
Una serie di immagini si presenta in quattro isole, ognuna che va da uno a tre metri di lunghezza e uno di altezza, è costruito con un legno d'acero giapponese con monitor CRT sepolti nei materiali.
Le isole rappresentano: Acqua, Terra, Fuoco e Gaia. Nei monitor CRT venivano inseriti immagini di acqua, onde e fuoco.
Di conseguenza nell'isola dell'acqua le immagini di onde d'acqua che scorre in un ruscello. Nell'isola del fuoco invece le immagini delle fiamme CRT traformano i sassi in carboni ardenti. Nell'isola di Gaia, la sfera che riflette pioggia sulla superficie del CTR, che è coperto da sale marino mescolato con cristalli di silicio, utilizzati per produrre i chip elettronici a circuito integrato contenete nel video.

"TESSITURE VIDEO"
Tessiture video è un video legato al moderno(video)e l'antico(tessitura). Il video è basato sulle poetiche rime della matematica, gli algoritmi, visualizzazioni in tempo reale sulla trama e ordito di travi orizzontali e verticali e sui pixel LCD. Nel video tssiture milioni di modelli si replicano fino a formare le tessuti intrecciati e l'dea del video era quella di riflettere e riconoscere i collegamenti tra i sistemi elettronici moderni più l'antica arte della tessitura.
Tessiture Video è stato trasmesso in televisione a livello nazionale nel 1976.

The Bureau of Inverse Technology

I Bureau of Inverse Technology o anche chiamati BIT (formatasi nel 1991) , sono un Information Agency al servizio della società dell'informazione.
E' composto da un collettivo di ingegneri - artisti che occasionalmente si avvalgono del supporto di economisti e avvocati.
Diventati famosi per i loro progetti di ingegneria visionaria alla cui base c'è la volontà di smontare la tecnologia e usarla nei modi più imprevisti.
Sono coinvolti della progettazione alla distribuzione e alla documentazione dei prodotti radicali sulla base di componenti disponibili in commercio come fotocamere, radio, reti, robots, sensori etc.
Anche se il loro lavoro è stato a lungo a disposizione del pubblico, i BIT hanno mantenuto per alcuni anni la loro identità nascosta.

Opere
Tra le più famose:

- Bit Plane (1997): Un mini aereo spia sviluppato "con i ricchi residui della tecnologia di precisione della guerra fredda" che è stato mandato in missione sulle aree off limits dei laboratori informatici e aeronautici della Silicon Valley.

- Suicide Box: E' un sistema di rilevazione di movimento video, posizionato sul Golden Gate Bridge (San Francisco nel 1996).
Fissava il ponte costantemente e quando ha riconosceva un movimento verticale, catturava una registrazione video. I video risultanti sono stati il flusso continuo di persone che saltano giù dal ponte.
Il Golden Gate Bridge è la destinazione suicidio prima negli Stati Uniti.

- Bit Radio (2002): Un sistema automatico di inserimento di brevi messaggi non autorizzati sulle frequenze FM della stazione radio interna del World Economy Forum.

11.9.12

George Kuchar

George Kuchar(New York 1942-San Francisco 2011) è stato un regista americano di film e corti underground.
E' stato un uomo di molte carriere;a 12 anni ha iniziato a girare film con la collaborazione del fratello gemello Mike. Questi primi lavori ,svolti con una telecamera da 8-mm,sono sensazionali remake di film di Hollywood e di serie B. Ha studiato presso la scuola d’arte industriale( High School of Art and Design),laureandosi nel 1960. Intanto girava una serie di video diari,”The Weather Diaries”,nei quali documentava  le sue visite annuali allo squallido motel El Reno in Oklahoma. Nel 1971 gli è stato offerto un lavoro di insegnante presso il dipartimento dell’istituto d’arte di San Francisco,dove ha insegnato fino al 2011,anno della sua morte,a causa di un cancro alla prostata.
Ha diretto più di 200 film e video,di cui più di 15 con suo fratello Mike e altri con i suoi allievi.I suoi lavori sono archiviati al Video Data Bank e Electronic Arts Intermix.Tra i più famosi ricordiamo:

-Hold Me While I’m Naked(1966)
-I,an actress (1977)
-The Mongreloid (1978)
-It came from Kuchar(2009)

Hold Me While I'm Naked è il suo film più famoso e semi-autobiografico,ed è stato nominato uno dei cento migliori film del 20° secolo dal Village voice.
E' ricordato anche per la sua tecnica lo-fi,ovvero,film o corti realizzati con pochi fronzoli e con attori improvvisati,tra cui Kuchar stesso.

Marina Abramović


“La mia casa è il mio stesso corpo”

Marina Abramović (Belgrado, 30 novembre 1946) è una artista di origine serba, attiva nel campo della Body art.  É un'antesignana nell'uso dell'arte performativa come forma di arte visiva. Da sempre utilizza il corpo sia come soggetto che come mezzo. Mette alla prova i limiti fisici e mentali del suo essere, arrivando a sopportare dolore, sfinimento e a correre dei rischi alla ricerca di trasformazioni emotive e spirituali. Si dedica alla creazione di opere che ritualizzano le semplici azioni del vivere quotidiano, come stare stesi oppure seduti, pensare o sognare che sono in sostanza espressioni di un unico stato mentale. In quanto esponente vitale di una generazione di performance artista d'avanguardia, Marina Abramović è autrice delle primissime esibizioni che hanno fatto la storia della performance art ed è l'unica che ancora continua a produrre opere importanti destinate a lasciare il segno.

Durante le performance eseguite dai primi anni Settanta il pubblico assisteva alle sue azioni, così come a quelle della francese Gina Pane, con un distacco totale, come se si trattasse di una rappresentazione totale. Assunse farmaci per epilettici attendendone l'effetto, si fece scorrere sul viso un serpente, nel sotterraneo della Biennale di Venezia, con la performance “Balkan Baroque", lavò un mucchio di ossa di bovino per otto ore al giorno, cantando litanie e lamenti, tra video che celebravano la sua appartenenza ad un paese dilaniato dalle guerre in quegli anni: azioni tutte fondate sull'esibizione del massimo autocontrollo, della capacità di tollerare ogni sorta di paura, umiliazione e fatica.

5.9.12

Alan Turing


Turing è considerato il padre dell’intelligenza artificiale. Nato in India da Sara e Julius Turing, nasceva 100 anni fa a Londra il 23 giugno 1912. Sin dalla prima infanzia dimostrò predilezione verso le materie scientifiche, a discapito di quelle umanistiche che lo fecero diplomare a stento. Ebbe modo di approfondire gli studi fisico-quantistici e matematici al King’s College di Cambridge, dove si laureò col massimo dei voti. Si dedicò allo studio della teoria delle probabilità e alla matematica logica, riuscendo a rispondere al problema della deicidibilità posto da David Hilbert, che lo spinse all’intuizione di una macchina universale capace di obbedire a qualsiasi tipo di istruzione data (macchina di Turing). 
Nel 1936 Turing fu invitato a Princeton, negli Stati Uniti, dal logico Alonzo Church, che in maniera indipendente aveva risposto anch’egli al quesito di Hilbert. A Princeton ebbe modo di lavorare con scienziati del calibro di Albert Einstein. Turing riuscì a mettere in mostra le proprie capacità anche negli Stati Uniti, ma volle necessariamente tornare in Inghilterra prima dello scoppio della seconda guerra mondiale.
Durante la guerra fu integrato come crittografo al dipartimento segreto di crittoanalisi di Bletchley Park al fine di decifrare i messaggi scambiati tra diplomatici e militari della Potenza dell’Asse. Per violare i cifrari tedeschi della macchina nazzista Enigma, Turing perfezionò la macchina polacca “Bomba” dando vita, grazie alla collaborazione con Max Newman, a Colossus (forma embrionale del computer). Al termine della guerra fu invitato al National Physical Laboratory a Londra, dove disegnò il suo primo modello di computer, l’Automatic Computer Engine.
In seguito si dedicò alle attività sportive, gareggiando a diverse maratone. Nel 1952 fu arrestato per omosessualità, dopo aver denunciato il suo ex amante per un furto in casa. Fu perseguitato dal Governo Britannico, e gli fu inflitta come pena la castrazione chimica, che gli causò impotenza e crescita del seno. Nel 1954 lo trovarono in casa morto suicida con una mela avvelenata, prendendo spunto dalla favola di Biancaneve, da lui apprezzata fin da bambino.

4.9.12

Gregg Bordwitz




Gregg Bordwitz è un’artista e scrittore, nato a Brooklyn nel 1964. Lavora come professore presso il Dipartimento di Film, Video New Media e Animazione della School of The Art Institute di Chicago, e presso la facoltà Whitney Independent Study Program, ed è un importante attivista nelle campagne per la lotta all’AIDS.
Nel 1985 egli scopre di esser positivo al test dell’HIV e tale esperienza lo segna a tal punto da influenzare gran parte della sua produzione artistica e letteraria. Molte delle opere infatti trattano l’esperienza diretta dell’artista nell’affrontare la malattia, tra queste vi sono: "Some Aspects of a Shared Lifestyle", 1986; "Fast Trip Long Drop" 1993, un documentario autobiografico in cui egli analizza gli avvenimenti postumi alla positività del test, "Habit" 2001, documentario autobiografico, "The AIDS Crisis Is Ridiculous and Other Writings"1986-2003, una collezione di scritti pubblicati nel 2004 dalla MIT Press e premiati nel 2006 con il prestigioso titolo Frank Jewett Mather Award.

Tra le altre opere vi sono:

  • A Cloud in Trousers, 1995
  • The suicide, 1996
  • - The History of Sexuality,Volume One By Michel Foucault 2010  in collaborazione con Paul Chan.

Negli ultimi anni Gregg Bordwitz ha posto la propria attenzione sulle performance :

  • Testing Some Beliefs , lettura improvvisata presso Iceberg Project (chicago), Murray Guy (New York), Temple Gallery (Philadelphia), e il Modern Art Museum of Fort Worth (Texas).
  • Sex Mitigating Death: On Discourse and Drives; A Meditative Poem, presentata nel 2011 presso il Tate Modern, Londra.


13.7.12

Hans Breder


Biography
The Intermedia Program in the School of Art and Art History at the University of Iowa was created by Hans Breder in 1968 and directed by him until 2000. From its inception, the Intermedia Program coalesced around several concepts. But to understand the program, the first of its kind to grant the MFA, one must understand Breder as "auteur."
Breder, trained as a painter in Hamburg, Germany found early success in New York City with his constructivist aligned sculptures. Lured to The University of Iowa's School of Art and Art History in 1966, Breder first conceived of the Intermedia Program as an arena in which he and his students could explore, in theory and in practice, the liminal spaces between the arts: art, music, film, dance, theater, poetry. Aware that he was making art in an intellectual environment, Breder in the second and third decade of the Intermedia Program extended his collaborative reach to the liberal arts: comparative literature, anthropology, psychology, communication studies. The exploration of liminal space and a collaborative approach to aesthetic theory and practice were essential to Breder?s conception of Intermedia, efforts to utilize the diverse artistic and intellectual community in Iowa City. Also key to his notion of Intermedia was the recognition that to develop the experimental arts in an entirely rural environment, an active visiting artists program was necessary. One of Breder's first visiting artist was Robert Wilson, who developed Deafman Glance in Iowa City in 1970. Breder's European sensibility ensured an internationalist perspective both in the visiting artist program and the curriculum in general.
For over three decades, the Intermedia Program at The University of Iowa offered courses which explored liminal spaces, boundaries between artistic and scholarly practices, between media, between genres, between social and political universes, between viewer and artist. During this time, students of the program interacted with a diverse roster of visiting artists, and traveled with Breder to Mexico, Italy, The Netherlands, Germany, creating time-based works, performances, rituals, events, site-specific installations, etc., a dynamic environment in which process was always emphasized over product.
Over the last thirty years Breder has worked with distinction in and between a number of media: painting, sculpture, photography, performance, video and electro-acoustic media: his media work, for example, was included in the Whitney Biennials in 1987,1989, and 1991; " '68 - Kunst und Kultur," Bauhaus Dessau, Dessau, Germany; The First Group Exhibition of American Art in Moscow, 1989; The 3rd Fukui International Video Biennale, Japan, 1989; 2nd Videonale, Bonn, Germany, 1986; International Architecture Exhibition, Technische Universität, Berlin, Germany, 1884; The Kitchen, Center for Video And Music, New York, New York,1975; "Kineticism: System Sculpture in Environmental Situations" (Cultural Olympiad), Museo Universitario de Ciencias y Arte, Mexico City, 1968; Collections include Cleveland Museum, Cleveland, Ohio; Hirshhorn Museum and Sculpture Graden, Washington, D.C.; The Museum of Modern Art, New York, New York; The Whitney Museum of American Art, New York, New York. His work is represented by the Mitchell Algus, New York and Hachmeister Gallerie, Muenster, Germany.

1935born in Herford, Germany
1960-64Study of Painting with Willem Grimm, Hochschule für Bildende Künste, Hamburg, Germany
1965Apprentice to the sculptor George Rickey, West Lebanon, New York
1968founded Intermedia and Video Art Program, School of Art and Art History, The University of Iowa, Iowa City, Iowa

Emeritus F. Wendell Miller Distinguished Professor of Art, School of Art and Art History, The University of Iowa, Iowa City, Iowa

Exhibitions (selected)

1965International Artists' Seminar, Fairleigh Dickinson University, New Jersey
Riverside Museum, New York
1966American Painting and Sculpture, Midland Group Gallery, Nottingham, Great Britain
As Found, Institute of Contemporary Art, Boston
Plastica Galeria de Arte, Buenos Aires, Argentina
1967Richard Feigen Gallery, New York (one-artist exhibition)
Richard Feigen Gallery, Chicago (one-artist exhibition)
Exhibition of Recent Acquisitions, The Whitney Museum of American Art, New York
1968Kineticism: System Sculpture in Environmental Situations (Cultural Olympiad), Museo Universitario de Ciencias y Arte, Mexico City
Directions 1: Options, Museum of Contemporary Art, Chicago, Illinois
1969Superlimited: Books, Boxes and Things, The Jewish Museum, New York
Big New Works, Richard Feigen Gallery, New York
Affect/Effect, La Jolla Museum of Art, La Jolla, California
1970Richard Feigen Gallery, New York (one-artist exhibition)
Richard Feigen Gallery, Chicago (one-artist exhibition)
1972Galerie Marcel Liatowisch, Basle, Switzerland (one-artist exhibition)
Hybrids, Max Hutchinson Gallery, New York
1975Video and Film Works 1971-1975, The Kitchen, Center for Video and Music, New York
1977Signals, The Museum of Modern Art, New York
1979Wolfgang Förster Galerie, Muenster, Germany (one-artist exhibition)
1980Plakat Aktion, Gestaltreform M. Schuhl KG, Frankfurt, Germany
Video Sculpture, First Intermedia Festival, New York
1981Hachmeister & Schnake Galerie, Muenster, Germany (one-artist exhibition)
1983The Institute for Art and Urban Resources, Inc., P.S.1, Long Island City, New York
1984Anti-City, International Architecture Exhibition, Technische Universität Berlin, Germany
Portraits of the Urban Poor, Oacaca, Mexico; Anthology Film Archives, New York; The Museum of Modern Art, New York
Video Works 1982-84, Time Based Arts, Amsterdam, The Netherlands
1986My TV Dictionary, 2nd Videonale, Bonn, Germany
Ursonate 1986Video and Language: Video as Language, Los Angeles Contemporary Exhibitions, Los Angeles, California
1987My TV Dictionary, Whitney Biennial Exhibition, Whitney Museum of American Art, New York
Terrorising the Code - Recent US Video, The Australian Centre for Photography, Sydney
The Fine Arts Center Art Gallery, State University of New York at Stony Brook, New York (one-artist exhibition)
Schreiber/Cutler, Inc., New York (one-artist exhibition)
1988Hachmeister Galerie, Muenster, Germany (one-artist exhibition)
1989Painting Beyond the Death of Painting: Imaginistic and Abstract Work, First Group Exhibition of American Art
in the Soviet Union, Kuznetzky Most Exhibition Hall, Moscow
Under a Malicious Sky, Whitney Biennial Exhibition, Whitney Museum of American Art, New York;
The 3rd Fukui International Video Biennale, Japan
Schreiber/Cutler, Inc., New York (one-artist exhibition)
1990Ruth Siegel Gallery, New York (one-artist exhibition)
1991From Here and There TooMoscow Postcards 1989, Whitney Biennial Exhibition, Whitney Museum of American Art, New York
Hachmeister Galerie, Muenster, Germany (one-artist exhibition)
1993Penine Hart Gallery, New York (one-artist exhibition)
'68 - Kunst und Kultur, Bauhaus Dessau, Dessau, Germany
1995Hachmeister Galerie, Muenster, Germany (one-artist exhibition)
1996Billboards for Democracy, Hunter College of the City University of New York, New York
1997Short Cuts: Anschlüsse an den Körper, Deutsche Arbeitsschutzausstellung, Dortmund, Germany
1998Point of Reference, The International Association for Philosophy and Literature, UC Irvine, California
1999The Nazi-LoopContact Zones: The Art of the CD-ROM, Centro de la Imagen, Mexico City; Dallas Video Festival 1999;
Virginia Film Festival, Charlottesville, Virginia
Hachmeister Galerie, Muenster, Germany (one-artist exhibition)
2000Body/Sculpture, The Armory Show 2000, The International Fair of New York, New York
Mass in A-Minor for Suitcases, St. Petri Kirche, Dortmund, Germany
2001Mitchell Algus Gallery, New York (one-artist exhibition)
2002Body/Sculpture, The Armory Show 2002, The International Fair of New York, New York
Enacting the Liminal: Intermedia/Works 1964-2002, The University of Iowa, Museum of Art, Iowa City, Iowa (one-artist exhibition)

Bibliography (selected)

1967Lil Picard, Four Directions, in: Das Kunstwerk, February
1968George Rickey, Constructivist-Origins and Evolution, New York: George Braziller
Jack Burnham, Beyond Modern Sculpture, New York: George Braziller
Lawrence Alloway, Interfaces and Options-Participatory Art in Milwaukee and Chicago, in: Arts Magazine, September
1970Rolf-Gunter Dienst, Deutsche Kunst: Eine Neue Generation, Cologne, Germany: M. DuMont
1973Michael Kirby, Hybrids, in: The Drama Review, June
Gregory Battcock, Explorations in Video, in: Art and Artists, February
1974Norman Laliberte and Alex Mogelon, Art in Boxes, New York: Van Nostrand Reinhold
1979Hans Breder and Stephen Foster, Intermedia, The University of Iowa, Iowa City, Iowa
David Mover, Through the Looking Glass and What the Artist Found There, in: Art International, September
1983Ann-Sargent Wooster, Portrait of Rosa, in: Afterimage, January
1985Stephen Foster and Estera Milman, The Media as Medium: Hans Breder's Berlin Work, in: Kansas Quarterly, Vol. 17, No. 3
1987Helen A. Harrison, Diagrammatic Drawings Explore Duality of Nature, in: The New York Times, February 22
1988Herman Rapaport, Hans Breder and the Auras of Video, in: Art Criticism, Vol. 4, No. 1
Hans Breder, Ana Mendieta: Imprints/Student Years 1972-1977, in: Sulfur, Vol. 22, Eastern Michigan University, Ypsillanti
Donald Kuspit, New York Reviews, in: Artforum, May
Gerrit Henry, Review of Exhibitions, in: Art in America, January
1990Lucio Pozzi, Letter from New York, in: II Giornale Dell'Arte, No. 74, January
1992Heiner Hachmeister (ed.), Hans Breder - Threshold States/Sprach-Schwellen, texts by Heiner Hachmeister, Stephen Foster,
Herman Rapaport, Donald Kuspit, Lucio Pozzi, Allen F. Roberts, Antonio R. Damasio, Muenster, Germany: Hachmeister Verlag
1995Hans Breder and Herman Rapaport, The Luminous Object: Video Art/Video Theory, in: Visible Language 29.2,
Rhode Island School of Design
Hans Breder, Intermedia: Enacting the Liminal, in: Performance Arts Journal, Vol. XVII, No. 2/3, The Johns Hopkins University Press
1999Marlena G. Corcoran, Skin Forms on Paint over Time: in the Work of Hans Breder, in: Art Criticism, Vol. 14, No. 1
Heiner Hachmeister (ed.), Hans Breder - New Paintings/Neue Bilder, text by Garrett Stewart, Muenster, Germany: Hachmeister Verlag
2001Walter Robinson, Hans Breder, Body/Sculpture 1965-73 at Mitchell Algus Gallery, Weekend Update, Artnet.Com
2002Heiner Hachmeister (ed.), Hans Breder - Works/Arbeiten 1964-2000, essay by Donald Kuspit, Muenster, Germany: Hachmeister Verlag  

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