4.10.09

Lawrence Andrews

Andrews nasce nel 1964, si trasferisce nel 1989 ad Amsterdam e studia alla “Fulbright Grant”, e successivamente alla scuola d’arte di Washinghton “Corcoran School” dove inizierà il suo indirizzo in fotografia, e diventerà insegnante all’ istituto d’arte di San Francisco. Le opere provocatorie dell’artista, esplorano gli aspetti culturali della società, la sua storia e le sue identità, e di come questa società sia vittima dei mass – media. L’energia e la tensione che si legge nelle sue opere è molto forte, soprattutto perché Andrews crea un collage di video, quasi come fossero dei “video – saggi”, discutendo di politica e critica sociale, di ideologie, facendo anche un’ indagine sul ruolo dell’economia che fa girare la cultura, un’economia che muove la nostra società. L’artista lavora e sviluppa tematiche sociali, di educazione, rivolgendosi anche alle istituzioni, ai sistemi sociali, analizzando storie di razzismo, violenza, sfruttamento, e di come alcune forme di potere non siano mai mutate nel corso della storia, rappresentandole attraverso la video arte. In un suo famoso lavoro, An I for An I (Uno per Uno), possiamo trovare tutti gli elementi sopra citati, dove sono rappresentate le cause e gli effetti del razzismo e della violenza all’interno di contesti culturali e personali, un buon collage di elementi impressionanti, dal machismo alla pornografia, fino a immagini ambientaliste e dedicate alla povertà esistente nel terzo mondo, tutto che poi riconduce al tabù che si ha per l’uomo “nero”. Tutte le opere rivelano un forte e nuovo approccio di denuncia, una denuncia che va contro le strategie di mercato, contro l’ appropriazione di tutte le forme di dialogo mediatico, gestite da chi ha il potere. Tecnicamente Andrews usa una struttura frammentata, immagini che si intervallano, scene su scene, una struttura disgiunta che però segue un percorso narrativo e formalistico uguale, immagini di materiale originale ed inedito, ripreso da lui, misto a scene cinematografiche, televisive, e su questi elementi egli costruisce argomenti didattici, associando spesso alle immagini anche il testo. Un'altra caratteristica che si nota nelle sue opere è che lui si mette spesso in gioco, infatti per rendere più dinamico, più forte il video, da un punto di vista emotivo e coinvolgente, con la sua stessa voce discute e parla durante le scene, con un tono assertivo e suggestivo, che sembra quasi ci sia una sua presenza fisica nei nastri, quasi come fosse uno spettro presente durante la rappresentazione. Possiamo citare oltre ad An I for An I, anche Anal Denial, And they came riding into town on Black and Silver Horses (e sono venuti i cavalieri in città su cavalli neri e argento), Cultural Diminish (Diminuzione Culturale). Egli afferma: “.... l’arte può essere una forza per il cambiamento, non una cosa che sorregga la produzione, il mercato. La cultura è la cosa che ci rende persone; noi parliamo, ci guardiamo dentro attraverso essa, e in definitiva cambiamo grazie a lei ...". Vincitore del premio San Francisco Museum of Art's - SECA (Video Invitational), egli ha anche ricevuto premi dalla “National Endowment for the Arts”, e le sue opere sono presenti al “Long Beach Museum”, e al “Film Arts Foundation”, compreso il “Videonale” di Bonn, Germania.

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