6.10.09

Paul Kos

Le opere di Paul Kos (1942, Rock Springs, Wyoming), dagli Anni Settanta in poi, modificano il nostro modo di vedere e concepire la quotidianità. I suoi lavori mostrano come siano necessarie nel mondo dell'arte opere effimere, temporanee e poetiche. Grazie all'uso dei materiali più disparati Kos riesce a porre davanti agli occhi dell'osservatore sempre nuove possibilità di concepire il rapporto con lo spazio e il tempo all'interno del sistema artistico.
Paul Kos, co-fondatore del Bay Area Conceptual Movement importante centro per l'innovazione artistica, Kos e i suoi colleghi Terry Fox, Howard Fried, Tom e David Marioni Irlanda., sperimentato nuovi mezzi attraverso i quali comunicare idee in merito alla cultura in cui essi vivevano. Con l'uso di questi nuovi materiali (la maggior parte di loro tecnologie progettate per altri scopi), creativi ed espressivi, come veicoli, rispetto ai tradizionali mezzi artistici come il disegno, la pittura e la scultura, è la collocazione del concetto come la forza trainante in espressione artistica.
Come scrisse Bachelard: “On n'a jamais vu le monde si l'on na pas rêve' ce que l'on voyait'' (Non abbiamo mai visto il mondo se non abbiamo sognato 'quello che abbiamo visto') una frase utile quando si tratta di Paolo Kos. Ciò che è stato visto e ciò che è stato visto in un sogno divide in due il mondo, ma qual è la pertinenza di ciascuna delle due? Non è possibile misurare la forza relativa dei due estremi; si fondono l’ uno nel'altro non appena vengono posti fianco a fianco, la percezione delle differenze semplicemente scompare e lascia l’ amaro, una forte sensualità, senza spessore o densità, un prolungato gusto di qualcosa di perduto. Paolo Kos vive il video, la scultura, la pittura non come oggetti o immagini, ma come un semplice urto frontale per aprire uno spazio diverso e lontano. Si tratta della trasformazione dell'oggetto in un immagine e dell' immagine in uno spazio visivo, in un corpo fisico o pittorico che vive diviso e diversificato, nonostante l'ambiente e al di fuori di esso.
È il mondo prima sognato e poi visto, o si è visto in un sogno, o un sogno che non si è visto in un sogno? Qualunque sia il vero, non ci sono segni o segnali che fissano un qualsiasi di questi “significati'' i quali si moltiplicano e prendono le distanza gli uni dagli altri.
Esperti di moda ci hanno insegnato a vedere l'arte come un modo di pensare l'arte. E questo dovrebbe essere presa alla lettera come un emblematico, araldico modo di essere. Per Paul Kos l'atteggiamento, i gesti, i marchi, le immagini, i colori hanno su di loro il sentimento di un elemento araldico, di riconoscibilità, di non schematica definizione. Una sorta di annuncio che potrebbe essere uno stile - una Styleme, se volete - che allo stesso tempo, allude ad un intento, di un contenuto specifico.
Kos ha ricevuto il suo BFA sia MAE e dal San Francisco Art Institute, dove è stato un membro della facoltà per gli ultimi 25 anni. Ha esposto ampiamente sulle coste ovest ed est, ha ricevuto numerosi premi prestigiosi arti, di cui cinque National Endowment for the Arts borse di studio, e una borsa della Fondazione Rockefeller. Il suo lavoro è anche nelle collezioni del Institute of Contemporary Art di Filadelfia, il San Francisco Museum of Modern Art, il Museum of Modern Art di New York, e lo Stedelijk Museum di Amsterdam, in Olanda.

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