3.10.09

Grazia Toderi

Grazia Toderi è nata a Padova nel 1963. Dopo aver frequentato l'Accademia di Belle Arti di Bologna si è trasferita a Milano, dove dal 1992 vive e lavora. Presente già alla Biennale di Venezia nel 1993, da allora è stata invitata ad importanti mostre collettive sia in Italia che all'estero. Fin dall'infanzia Grazia Toderi ha usato come mezzo espressivo il video. Pur funzionando come opere audiovisive, i suoi lavori conservano comunque un legame con la pittura, per esempio con le Nature Morte, il cui tema centrale è la rappresentazione della vita e delle sensazioni come cose che mutano nel tempo. Ogni suo video è basato su una sola immagine. Senza fare movimenti, la telecamera inquadra un solo soggetto, fissa un'azione che si sviluppa lentamente o si ripete nel tempo. Si ha l'impressione di guardare la stessa cosa. Per esempio un getto d'acqua su una piantina di fiori, come nel caso di "Nontiscordardime", il video che l'artista ha presentato alla Biennale di Venezia nel 1993, oppure una donna che tenta di aprire un ombrello sul fondo di una piscina, come nel video "Zuppa dell'eternità e luce improvvisa", realizzato in occasione della sua mostra al F.r.a.c. Languedoc-Roussillon. L'immagine subisce cambiamenti, ma quei cambiamenti avvengo-no senza clamore. La visione si amplifica dilatandosi. Lo spettatore assume una serie di informazioni, riconosce dei significati che si diluiscono e si alimentano nel corso della pro-iezione. Attraverso il lento ma continuo sviluppo di una emozione si genera un sentimento.
Stadi che sembrano astronavi, voci di folla che si caricano di risonanze extraterrestri, luci che si sublimano in notturni stellati: così Grazia Toderi, 39 anni, padovana operante a Mi-lano, ha investito di vibrazioni cosmiche il linguaggio "freddo" della videoarte. Era partita da esperienze di minimalismo domestico, come in "Nontiscordardime", video del 1993: una piantina investita da un getto d’acqua di doccia, che resiste sotto lo sguardo di una te-lecamera fissa. Il brivido dell’infinito o dell’indefinito appare dal 1997: una bambolina ruota con una palla rossa mentre sfilano sullo sfondo immagini della conquista della Luna ("Nata nel ‘63"). L’artista conquista notorietà fra il ’98 e il ’99, con una personale al Castello di Ri-voli e la partecipazione alla Biennale di Venezia. Uno stadio ripreso dall’alto in notturna di-venta una specie di disco volante, con le luci sul campo che emettono bagliori ("Il decollo", 1998). Carri celesti trascorrono nei video ispirati da "Il fiore delle mille e una notte" di Pa-solini (1999). Su questa scia nascono altri video su stadi, arene, teatri. Lo sguardo della Toderi si allarga nel 2001 a visioni aeree di città che divengono anelli spaziali, geometrie di luce: Roma, Firenze, Londra. Ultimo approdo New York, con stadi e subways a confron-to.

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