8.4.09

Bobby Abate

Robert Gabriel Abate (in arte Bobby), nasce nel 1973 in New Haven e crescendo nell’epoca della cultura digitale, la fantasia, i giochi di ruolo e le vicedinamiche hanno forgiato con un cupo umorismo i suoi lavori in films, video ed animazioni. Attualmente vive a Brooklyn (NY). Le opere di Bobby sono state esposte recentemente presso il Museo d'Arte Contemporanea di New York, il Museo Guggenheim di Bilbao, il Festival Internazionale del Cinema di Mosca, il Museo d’Arte Contemporanea di Chicago, al New York Film Festival, e negli Istituti d'Arte Contemporanea di Londra e Palm Beach. I suoi video sono stati recensiti ne “il meglio dell’anno” in riviste come Village Voice e Film comment Magazine. Il lungometraggio sperimentale di Bobby, Alcune Donne (Certain Women - con Peggy Ahwesh), è stato proiettato per la prima volta in una selezione ufficiale del 2004 dell’International Film Festival di Rotterdam e ha vinto il Best Feature al Chicago Underground Film Festival. Bobby sta attualmente scrivendo la sceneggiatura per il suo primo film narrativo, Magic Minerals, al Binger Film Lab di Amsterdam.
Bobby stesso ammette di non aver mai scelto la video arte o di aver stabilito una modalità di espressione. Il modo di giudicare questi lavori è totalmente modellato sulla sua maturazione artistica. Il rapporto con la sua omosessualità è stato fortemente condizionato dal fattore di provenienza della famiglia (Napoletana), vivendola in una società tra l’altro fortemente omofoba. Questo ha caratterizzato gran parte dei suoi video in quanto a contenuti e realizzazioni. Tutti i suoi video sono presenti solo sul suo website ufficiale, a parte quelli musicali di impostazione demenziale, ciò perché Bobby è restìo alla censura che viene imposta ai suoi video.
Gli artisti che l’hanno maggiormente influenzato sono vari e molti hanno una dubbia relazione con l’ambito della videoarte, ma non si vergogna ad ammettere le sue strane fissazioni nei confronti di una Britney Spears, o di un Truman Capote sul quale spesso si masturbava da ragazzino. I suoi video sono impostati come una serie di montaggi ricavati da frammenti di video amatoriali, sessioni di chat private durante la quale pratica del cybersex, frames di animazione e spezzoni di vecchi films, montati in un tutt’uno, e che spesso sono collegati tra di loro tramite un unico sottilissimo filo conduttore logico: il semplice fatto di essere importante a livello emozionale.

Betty Bee

Betty Bee (Napoli, 1963), eterna bad girl, è un personaggio anomalo, che difficilmente si lascia etichettare. La contraddistingue una predilezione innata per la provocazione, il gioco, l’esibizione del corpo e delle sue ossessioni, infatuazioni, fantasie. Un corpo esposto, raccontato e trasformato: dissacrarlo vuol dire restituirlo ad una verità fisica ed emozionale. Oggetto e insieme fucina del desiderio. Allo stesso modo in cui si dissacra un simbolo religioso, o un segno acquisito dall’immaginario comune. L'opera di Betty Bee è fatta di reliquie pop, giocattoli kitch impreziositi da un aureo riverbero. Tutta la sua arte ripesca da tematiche e suggestioni piuttosto datate, forse fin troppo cavalcate. Ma ha il merito di farlo con equilibrio, leggerezza, eleganza e buone intuizioni. Evitando retorici eccessi e ridondanti effetti shock - tipici di un "gusto dissacratorio" fine a sé stesso - , la ricerca diventa occasione per una riflessione giocosa sul linguaggio e l’influsso esercitato dai segni sulla percezione e la lettura delle cose."Betty Bee archivia la propria vita come parte della propria arte con lettere e poesie da parte di amanti, fotografie e ricordi meticolosamente conservati nel suo personale "museo". Il suo lavoro racconta un'infanzia infelice, la crudeltà e il rifiuto di suo padre combinato con gli abusi sessuali da parte del fratello. Combina fantasie e desideri con immagini di innocenza, sessualità e voyerismo. La risorsa artistica di Betty è se stessa e la capacità narrativa tragica e comica resa dal contemporaneo uso di media tradizionali e non - pittura figurativa e contemporanea, fotografie, video, performances e installazioni. Ama il colore e spesso utilizza pitture fosforescenti che brillano nel buio. Crea dipinti da pagine del propriodiario, poesie e lettere di amici, che copia con la propria espressivissima calligrafia. C'è un forte contrasto tra la serenità dei suoi coloratissimi dipinti di natura e altri lavori provocatori come fotografie, video e performances."(James Putnam) "Betty Bee è la Molly Flanders di Napoli. Questa si emancipa proprio costruendosi un protagonismo, una presenza ed utilizzando un’intraprendenza. È chiaro che nel caso di Betty Bee, dunque di un’artista, l’intraprendenza corrisponde alla creatività. Attraverso questa protesi che è il linguaggio dell’arte Betty Bee ha fatto di necessità virtù ed ha sviluppato una sorta di autoterapia attraverso l’arte. Non a caso, lei ha colto molto bene come l’arte è una forma di travestimento e i travestiti sono stati i suoi primi interlocutori come compagni di strada, come delle figure socratiche che le hanno insegnato proprio direi il passaggio in una condizione di frontiera intermedia tra il maschile ed il femminile, l’androgino." (Achille Bonito Oliva)

Andy Warhol

Andy Warhol, considerato a pieno titolo uno dei più grandi geni artistici del suo secolo, nasce a Pittsburgh (Pennsylvania) il 6 agosto 1928: figlio di immigrati slovacchi di etnia Rutena il suo nome vero è Andrew Warhola. Tra il 1945 e il 1949 studia al Carnegie Institute of Technology della sua città. Si trasferisce poi a New York dove lavora come grafico pubblicitario presso alcune riviste: "Vogue", "Harper's Bazar", "Glamour". Fa anche il vetrinista e realizza le sue prime pubblicità per il calzaturificio I. Miller. Nel 1952 tiene la prima personale alla Hugo Gallery di New York. Disegna anche scenografie. Nel 1956 espone alcuni disegni alla Bodley Gallery e presenta le sue Golden Shoes in Madison Avenue. Compie poi alcuni viaggi in Europa e Asia. Intorno al 1960 Warhol comincia a realizzare i primi dipinti che si rifanno a fumetti e immagini pubblicitarie. Nei suoi lavori compaiono Dick Tracy, Popeye, Superman e le prime bottiglie di Coca Cola. Inizia a utilizzare la tecnica di stampa impiegata nella serigrafia nel 1962, rivolgendo l'attenzione alla riproduzione di immagini comuni, degne del titolo di "icone simbolo" del suo tempo. Tratta anche temi carichi di tensione, come i Car Crash (Incidenti automobilistici) e Electric Chair (sedia elettrica). Dal suo stile "neutro" e banale prende il via la cosiddetta Pop-art. Come scrive Francesco Morante: "La sua arte prende spunto dal cinema, dai fumetti, dalla pubblicità, senza alcuna scelta estetica, ma come puro istante di registrazione delle immagini più note e simboliche. E l'opera intera di Warhol appare quasi un catalogo delle immagini-simbolo della cultura di massa americana: si va dal volto di Marilyn Monroe alle inconfondibili bottigliette di Coca Cola, dal simbolo del dollaro ai detersivi in scatola, e così via. In queste sue opere non vi è alcuna scelta estetica, ma neppure alcuna intenzione polemica nei confronti della società di massa: unicamente esse ci documentano quale è divenuto l'universo visivo in cui si muove quella che noi definiamo la "società dell'immagine" odierna. Ogni altra considerazione è solo conseguenziale ed interpretativa, specie da parte della critica europea, che in queste operazioni vede una presa di coscienza nei confronti del kitsch che dilaga nella nostra società, anche se ciò, a detta dello stesso Warhol, sembra del tutto estraneo alle sue intenzioni". Negli anni successivi decide di abbracciare un progetto più vasto, proponendosi come imprenditore dell'avanguardia creativa di massa. Per questo fonda la "Factory", che può essere considerata una sorta di officina di lavoro collettivo. Iniziano i rapporti di lavoro con Leo Castelli. Nel 1963 inizia a dedicarsi al cinema e produce due lungometraggi: Sleep ed Empire (1964). Nel 1964 espone alla Galerie Sonnabend di Parigi e da Leo Castelli a New York. Per il Padiglione Americano alla Fiera mondiale di New York realizza i Thirteen Most Wanted Men. L'anno successivo espone all'Institute of Contemporary Art di Philadelphia. Fallito il tentativo di fondare un gruppo musicale con La Monte Young e Walter de Maria (due dei più celebri compositori d'avanguardia del periodo), nel 1967 si lega al gruppo rock dei Velvet Underground (di Lou Reed), di cui finanzia il primo disco. Anche la nota copertina del disco, una semplice banana gialla su sfondo bianco, è sua. Nel 1968 rischia la morte, all'interno della Factory, per l'attentato di una squilibrata, tale Valerie Solanas, unico membro della S.C.U.M. (società che si propone di eliminare gli uomini). Espone al Moderna Museet di Stoccolma. Pubblica il romanzo A: a novel e produce il primo film in collaborazione con Paul Morissey. Si tratta di Flash, cui seguiranno Trash, nel 1970, e Heat, nel 1972. Nel 1969 fonda la rivista "Interview", che da strumento di riflessione sul cinema amplia le sue tematiche a moda, arte, cultura e vita mondana. A partire da questa data, fino al 1972, esegue ritratti, su commissione e no. Scrive anche un libro: La filosofia di Andy Warhol (Dalla A alla B e ritorno), pubblicato nel 1975. L'anno seguente espone a Stoccarda, Düsseldorf, Monaco, Berlino e Vienna. Nel 1978 a Zurigo. Nel 1979 il Whitney Museum di New York organizza una mostra di ritratti di Warhol, intitolata Andy Warhol: Portraits of the 70s. Nel 1980 diventa produttore della Andy Warhol's TV. Nel 1982 è presente alla Documenta 5 di Kassel. Nel 1983 espone al Cleveland Museum of Natural History e gli viene commissionato un poster commemorativo per il centenario del Ponte di Brooklyn. Nel 1986 si dedica ai ritratti di Lenin e ad alcuni autoritratti. Negli ultimi anni si occupa anche della rivisitazione di opere dei grandi maestri del Rinascimento: Paolo Uccello, Piero della Francesca, e soprattutto Leonardo da Vinci, da cui ricava il ciclo The Last Supper (L'ultima cena). Realizza anche alcune opere a più mani con Francesco Clemente e Jean-Michel Basquiat, il "maledetto" della scena artistica newyorchese. Andy Warhol muore a New York il 21 febbraio 1987 durante una semplice operazione chirurgica. Nella primavera del 1988, 10.000 oggetti di sua proprietà vengono venduti all'asta da Sotheby's per finanziare la Andy Warhol Foundation for the Visual Arts. Nel 1989 il Museum of Modern Art di New York gli dedica una grandiosa retrospettiva.

Allan Kaprow

Allan Kaprow nasce nel 1927 ad Atlantic City nel New Jersey, e trascorre la sua giovinezza a Tucson in Arizona. Iscrittosi alla scuola di pittura di Hans Hofmann (1947-48), è sotto la sua guida che comincia a sviluppare lo stile espressivo ed energico di action painting. Dal 1956 al 1958 Kaprow studia composizione musicale con il compositore di avanguardia John Cage alla New School for Social Research a Manhattan. Kaprow riconosce proprio in John Cage e Jackson Pollock le due principali e più feconde influenze che hanno contribuito alla nascita della forma espressiva dell'happening. Di Pollock l’artista riprende il concetto di arte intesa come azione, di pittura che vuole andare oltre la tradizione. Nel 1958 Kaprow racconta l’esperienza di essersi trovato davanti alle tele di Pollock e di averle trovate “così enormi ed esaurienti, da riuscire ad andare oltre la pittura per diventare essere stesse degli ambienti.” In un lavoro del 1952 John Cage riesce a fondere in uno stesso spettacolo tante discipline: un quadro di Rauschenberg, un balletto di Cunningham, un poema recitato da Richards e Olsen ed un pezzo suonato al piano da Tudor, creando un precedente per numerosi eventi degli anni a venire. Questo lavoro di Cage contiene in sé secondo l’artista il germe dell’happening, pur mancando il coinvolgimento attivo del pubblico. Nel 1957-58 Kaprow comincia a creare lavori ambientali che richiedono la partecipazione del pubblico e questa integrazione di spazio, materiali, tempo e persone lo conduce finalmente ai pezzi più sperimentali ed allo sviluppo in forma definitiva dei suoi happenings. L'happening si colloca vicino al filone Fluxus ed alla filosofia Gutai internazionale: è una corrente artistica che vede "l'evento" come tema principale dell'opera e considera il tempo un materiale artistico alla stregua di tutti gli altri. L'happening necessita infatti sempre della partecipazione del fruitore che viene posto simultaneamente di fronte a nuovi tipi di codici espressivi, sollecitato ad esprimere una reazione sia fisica che psicologica rispetto all'evento. I partecipanti si muovono nell'ambiente, si fondono con esso ed essendo impossibile distinguerli dagli attori diventano attori essi stessi. Un rapporto nuovo fra arte e pubblico si stabilisce, a partire dalla possibilità per gli spettatori di introdurre dei mutamenti nell'opera, da quando essi non la "consumano" più passivamente ma partecipano alla sua realizzazione. Ad amalgamare la composizione artistica ci pensa il suono, il colore e la luce, come accade nelle creazioni di action-collages dello stesso Kaprow, nelle quali l'assemblaggio casuale di materiali diversi capaci di integrarsi e costituire un insieme, un allestimento ambientale, un environment. Con Kaprow l’arte rompe anche con la tradizione dei luoghi dell’arte, che vuole le opere disposte nelle esposizioni, nei musei, nelle gallerie. Molti dei happenings sono stati effettuati in luoghi assolutamente non convenzionali. Dei principi dell'happening affermati da Kaprow ricordiamo i sette punti teorici: I) La linea tra arte e vita deve rimanere fluida, e la più indistinta possibile. II) Pertanto la derivazione dei temi, dei materiali, delle azioni e la loro corrispondenza possono venire fuori da ogni posto o periodo fuori che dalle espressioni artistiche e dal loro ambiente e influsso. III) La rappresentazione di un happening dovrebbe avvenire su parecchi spazi, talvolta mobili e mutevoli. IV) Il tempo, di pari passo alle considerazioni sullo spazio, dovrebbe essere vario e discontinuo. V) Gli happening dovrebbero essere rappresentati una sola volta. VI) Il pubblico dovrebbe essere interamente eliminato. VII) La composizione di un happening è eguale a quella di un assemblage e di un environment cioè è costituita di un certo collage di eventi in certe misure di tempo e in certe misure di spazio.

®™ARK

®™ark, la pronuncia della quale è art mark, nasce nel 1991 a New York da un gruppo di attivisti, che decidono di unirsi per realizzare attività artistiche come performance e manifestazioni teatrali con la speranza di portare cambiamenti nella società. Nel 1996 diventò lei stessa corporation, per godere della responsabilità limitata e del diritto di privacy: essendo una corporation ,nessuno degli attivisti può essere ritenuto responsabile per un’azione ritenuta illegale e quindi essere perseguito legalmente, e al tempo stesso mantiene un'immagine ufficiale e credibile nei confronti dei media. ®™ark pratica la Net.art, forma d’arte fonovisuale che non può nascere se non sul computer, che si manifesta in siti web e che mediante il web viene diffusa e fruita, dando vita a processi culturali, collettivi e cooperativi. Le tematiche principali trattate dal soggetto sono attivismo, collettivo, corporation (aziende), mutual funds, progetti, sabotaggio comunicativo, scoop, investitori, multinazionali. ®™ark finanzia progetti per il sabotaggio dei prodotti di altre società, in particolare di quelle enormi ramificazioni multinazionali che vanno sotto il nome di corporations. Esso si serve del sabotaggio comunicativo per creare scoop sensazionali sulla stampa e sui media che possano mostrare il reale disinteresse della cultura imprenditoriale multinazionale nei confronti delle leggi e della democrazia, e si occupa di spingere all'estremo le azioni di guerriglia semio-mediatica dei suoi “committenti”. In sintesi la tematica principale di ®™ark è quella di incentivare la collettività a prendere parte a progetti di boicottaggio contro le grandi Register Trade Mark. Il valore dell'azione risiede nella capacità di attirare rapidamente ed economicamente l'interesse dei mass media, illustrando gli abusi di potere delle corporations ai danni della democrazia e della vita umana. Un altro elemento caratteristico dell'attività di ®™ark é l'organizzazione dei progetti secondo il sistema dei fondi comuni d'investimento. Tra i progetti finanziati vi sono The etoy Fund, The Barbie Liberation Organization e The Zapatista Floodnet. Chiunque, tramite il sito di ®™ark, può proporre un progetto di sabotaggio o finanziarne uno esistente: per esempio, è possibile investire nel NIKE labor front fund, che propone di inserire nelle scatole di scarpe da ginnastica, fabbricate nei paesi del sud est asiatico, comunicati che descrivono in dettaglio le condizioni di lavoro degli impiegati nelle fabbriche, in particolare dei bambini. Oppure si può finanziare il SUNY fund, in cui si suggerisce di "creare e diffondere fra gli aspiranti studenti di un college informazioni accurate sui rapporti fra l'istituzione e le corporations. I fondi d'investimento proposti da ®™ark sono divisi per tema e hanno un celebrity fund manager, cioè un personaggio famoso che fa da garante per un fondo d'investimento. Nel caso di ®™ark le celebrità sono professori universitari critici della politica liberista del governo americano, giornalisti di sinistra, politici, musicisti. Nel 1995 ®™ark ha deciso di creare un sito Web per portare le sue cause e le sue azioni ad un più ampio livello di visibilità e per sfruttare le possibilità di comunicazione offerte da Internet.