9.6.11

Terry Fox


Nato nel 1943 a Seattle,in Washington, Terry Fox fu uno dei grandi pionieri della performance e una figura importante nella scultura post-minimal, arte concettuale e video arte. Studiò presso la scuola Cornish di arti a Seattle e all'Accademia di Belli Arti a Roma. Morì in Germania nel 2008.

La sua prima mostra in Italia, appartiene a quel numero di artisti che, fra gli anni ’60 e '70, con un atteggiamento radicale e senza compromessi, rifiutarono le forme d'arte tradizionali per crearne altre del tutto nuove. Egli si impose all'attenzione internazionale come provocativo e originale autore di performance catartiche basate spesso, e in una forma ogni volta diversa, sull’esplorazione dei propri estremi limiti di resistenza fisica. Memorabili le collaborazioni con altri maestri di questo particolare ambito espressivo, quali Vito Acconci, Dennis Oppenheim e Joseph Beuys.
A partire dagli anni '80, l’aspetto performativo del suo lavoro ha perduto sempre più la sua prevalenza a favore di quello installativo. Le sue sono opere complesse, in costante evoluzione e tende sempre a stabilire un contatto diretto e forte con lo spettatore. A questo proposito dice: "…vorrei imparare qualcosa (di nuovo) e non soltanto mostrare”.

Alcune delle sue opere sono :

Alchemy of the verb” è un’opera per la quale si rifà alla celebre poesia "Voyelles" di Rimbaud. Partendo dall'associazione che il poeta francese vi fa delle cinque vocali con altrettanti colori, Fox ha progettato,un affascinante e articolato allestimento sul tema della sinestesia,in cui attraverso cinque lembi di stoffa colorati e attaccati ai lucernari della galleria, crea una serie di associazioni sensoriali legate all’olfatto e al colore: il nero associato alla lettera A e all’odore di chiodi di garofano; il blu alla lettera O e al profumo di lavanda. Lavoro che, attraverso pochi elementi, crea un circuito di connessioni, composto da riflessioni e indagini che vanno dal simbolismo, legato al colore, fino all'analisi delle strutture verbali ed in particolare delle vocali. All’inaugurazione,l’artista ha eseguito una performance che prevedeva la sonorizzazione di una frase tratta da una poesia dello stesso Rimbaud, ricomposta sul pavimento;associava una vibrazione diversa per ogni vocale, animando dei versi di per sé già molto potenti. Esposte sulle pareti, delle forme geometriche accostate a dei colori: un quadrato rosso, un cerchio blu e un triangolo verde che formano un contrappunto al tema della sinestesia.

Fox è stato anche un pioniere nell'uso del suono, e fra i primi ad usare “materiali” inusuali, quale il sangue umano, il che lo fece includere, impropriamente, nell'ambito della Body Art.
“Children’s tape” del 1974, è una performance realizzata con oggetti domestici e di uso comune, come ad esempio, una forchetta e un cucchiaio. Sono, in particolar modo, esperimenti che mostrano i principi della scienza fisica.

Altra sua opera è “Tongiuings”, in cui mostra i movimenti e le posizioni della sua lingua in relazione con le labbra. E’ in qualcosa di concettuale e, allo stesso tempo, sensuale.

“Lunar Rambles” sono delle performance che fa all’interno della città di New York e in vari punti diversi: sul ponte di Brooklyn,al mercato del pesce Fulton,Canal Street e a Greenwich. Sono degli spettacoli realizzati in una settimana;le riprese sono state poi proiettate ogni giorno come parte integrante di una più grande installazione.

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