9.6.11

Monica Bonvicini


Monica Bonvicini nasce a Venezia nel 1965, ma dal 1986 si trasferisce a Berlino dove studia fino al 1995 all'Hochschule der Künste di Berlino e poi al California Institute of the Arts, Valencia (California, USA).Attualmente insegna all'accademia di belle arti di Vienna.

La sua arte, utilizzando media molto differenti - dall’intimismo di un disegno, attraverso il collage e il video, la scultura, fino all’installazione su scala urbana - vuole sviscerare le relazioni fra spazio, genere e potere. L’aspetto più interessante della sua opera è proprio la riflessione sulle questioni di genere, spesso rinforzata da un sottile humor .

Nel corso dell’ultimo decennio Monica Bonvicini ha prodotto video, installazioni e fotografie che investigano e rivelano i legami esistenti tra strutture architettoniche e strutture di potere. Interessata a decostruire la presunta neutralità dell’architettura e dell’arte moderna, Monica Bonvicini ne rilegge i pregiudizi, lo sguardo maschile dominante, ne mette a nudo non solo le mitologie a monte, ma i meccanismi economici, culturali e sociali che ne regolano l’esistenza. I suoi lavori invitano lo spettatore a stabilire un dialogo fisico con le opere sulle quali spesso si può camminare, ci si può stendere, le si possono toccare.

Per esempio in Plastered, un pavimento in cartongesso che si distrugge progressivamente con il passare del pubblico, l’artista invitando a compiere questa azione suggerisce una rilettura critica dello spazio neutro della galleria d’arte. In un'altra opera, Destroy She Said, l’artista guarda alla relazione tra lo spazio architettonico e i corpi femminili: in uno spazio apparentemente ancora in costruzione, una doppia proiezione mostra estratti da film degli anni Cinquanta, Sessanta e Settanta, dove i corpi delle attrici sono costretti da elementi architettonici (contro un muro, una porta ecc.), nel video Hausfrau Swinging una donna nuda con la testa infilata in una casa di cartone, sbatte la testa contro i muri dell’angolo in cui si trova. Dietro al monitor il video è installato un angolo che ricorda quello presente nel video, che dà allo spettatore la sensazione di essere immerso nello spazio dove avviene la ripresa.

Numerosi i riconoscimenti ricevuti e la presenza in rassegne internazionali tra cui la Biennale di Venezia del 1999 dove vince il Leone d’Oro, e la Biennale di Istanbul del 2003, nello stesso anno ha esposto al Museo d’Arte Moderna di Oxford alla Secessione viennese. Nel 2005 a Berlino l'artista ha ricevuto il premio per l’arte contemporanea della Nationalgalerie che le ha dedicato una mostra personale nella Hamburger Banhof sempre nel 2005 la Bonvicini ha partecipato nuovamente alla Biennale di Venezia con un'opera collocata nell’ingresso dei Giardini dell'Arsenale: un enorme parallelepipedo di tufi che una squadra di operai si affannava a smantellare con trapani elettrici.

Nel gennaio 2010 il MUSEION – museo d’arte moderna e contemporanea di Bolzano porta per la prima volta in Italia dopo il 1997 un progetto espositivo interamente dedicato al lavoro dell’artista,comprendendo l’istallazione Stonewall III (2002) un’installazione di grandi dimensioni realizzata con tubi d’acciaio galvanizzato e maglie di catene intrecciate in mezzo a cui si inseriscono lastre sfondate di vetro infrangibile. L’insieme richiama alla mente un campo d’addestramento per combattenti o una struttura sadomaso, mentre il titolo dell’opera rievoca la serie di violenti scontri avvenuti nel 1969 fra la comunità gay e la polizia di New York. “Stonewall” (così è di solito definito in breve l’episodio) viene infatti considerato da un punto di vista simbolico il momento di nascita del movimento di liberazione gay moderno. Dietro la costruzione campeggia su una parete bianca, scritto a grandi lettere nere, il graffito Architecture is the ultimate erotic act, carry it to excess, una citazione dell’architetto svizzero Bernard Tschumi tratta da uno dei suoi Advertisement for Architecture (1976).Sono in molti a defire Monica Bonvicini L’artista italiano contemporaneo più quotato sul mercato internazionale.

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