7.6.10

Cesare Pietroiusti

La ricerca artistica di Cesare Pietroiusti si muove, con estrema originalità e indipendenza, sulla linea delle ricerche avanguardistiche e concettuali americane degli anni sessanta/settanta. Medico psichiatra, Pietroiusti ha sempre dimostrato un interesse specifico per le situazioni paradossali o apparentemente irragionevoli, comunemente non considerate o "considerate troppo insignificanti per diventare motivo di analisi o di rappresentazione".
È il caso dei Pensieri non funzionali una pubblicazione del 1997 dove l'artista ha raccolto un centinaio di idee apparentemente assurde, formulate come istruzioni per realizzare progetti artistici che, in diverse occasioni, sono stati concretizzati dall'artista stesso o da altri.
Pietroiusti agisce dunque a livello sociale, con una predilezione per le microstorie, per la tradizione orale, tentando di far interagire esperienza e lavoro. Le sue opere si propongono di intrecciare reti di rapporti che tendono ad infittirsi. Questo processo paziente e diligente, nel quale non è difficile individuare il persistere di una resistenza autentica alle logiche del sistema galleria/museo, lo ha portato a riflettere sul tema della comunicazione e a sostenere l'opportunità di una "comunicazione artistica" biunivoca, l'unica capace di esprimere contenuti altamente soggettivi, in opposizione all'univocità della "comunicazione autoriale".
Tra i fondatori del Centro Studi Jartrakor (Roma) e della Rivista di Psicologia dell'Arte, nel 1997 è stato fra gli iniziatori del progetto Oreste. Invitato nel 1999 alla 48ª Biennale di Venezia, ha esposto, fra l'altro, nella sezione Aperto della Biennale di Venezia del 1990, alla Serpentine Gallery di Londra nel 1992, al Louisiana Museum di Humlebæk nel 1996, ad Art in General, New York, nel 2001.