8.6.11

Mario Sasso

Mario Sasso e' una artista di grafica televisiva e nasce a Staffolo (AN) nel 1934.
Mario Sasso pittore e video-artista, e' una autore che ha fatto dell'esplorazione espressiva dei nuovi linguaggi tecnologici l'ambito privilegiato della sua esperienza artistica infatti dopo un passato come pittore, Sasso si lascia affascinare dalla tecnologia e imprime un carattere multimediale alla sua vicenda artistica, combinando insieme linguaggi di diversa matrice:pittura, cinema, televisone, video, computer.
Pittore e successivamente grafico, nel 1953-54 segue a Torino i corsi di Armando Testa presso la Scuola di Grafica e Pubblicità. Trasferitosi a Roma, dal 1958 inizia a collaborare con la Rai, avviando un percorso di ricerca che 1o porta ad affiancare alla pittura, la progettazione grafica e i nuovi linguaggi dell’elettronica. Nel 1960 firma la prima sigla televisiva, per il programma Non è mai troppo tardi di Alberto Manzi. Nella prima metà degli anni Sessanta alterna all’impegno televisivo un’intensa attività pittorica con mostre personali e partecipazione a collettive. Nel 1968 è in Libia dove prende parte all’istituzione della locale televisione nazionale e realizza una serie di quadri ispirati al mondo arabo. Tornato a Roma, nel 1970 rinnova la propria presenza nel circuito delle esposizioni legate sia ai temi dell’impegno sociale sia alla ricerca pittorica pura: proprio le preoccupazioni comunicative di quegli anni 1o spingono a confrontarsi con le potenzialità della televisione. Nel 1973 è presente per la prima volta al Premio Fiorino, al Premio Salvi e al Premio Suzzara e partecipa ad alcune esperienze emblematiche del clima artistico del momento, come Esperienza di gruppo. Immaginazione e potere, a Guaensificaldo Tadino. Dall’anno successivo avvia la riflessione sulla dimensione urbana e dal 1975 intensifica la produzione di sigle televisive. Nel 1980 alla libreria II Ferro di Cavallo di Roma, si tiene la prima del suo film-ambiente Il risveglio dell’arte dalla morte. Il lavoro di videografico subisce a questo punto un’importante trasformazione grazie all’introduzione dell’informatica, che consente di elaborare immagini tridimensionali. Nel frattempo cresce l’attenzione critica verso questa produzione, che entra nel circuito delle mostre di settore: è il caso di Visual Design e della Biennale di Lucca Sezione illustrazione. Nel 1982 realizza la nuova sigla per il Tg2. Consolidata ormai la presenza dell’artista nei cataloghi Bolaffi per la grafica, si moltiplicano gli inviti alle mostre collettive e si intensifica la produzione video, all’interno della quale si segnala Profanazioni, breve omaggio a Michelangelo Antonioni, per Architetture della visione. La prima mostra in cui trova riconoscimento questo doppio registro espressivo è nel 1986 alla Galleria Artarf di Jesi, ma con i video di ricerca è più volte presente anche al Festival di Arte Elettronica di Camerino. Partecipa inoltre a Siggraph, importante appuntamento americano dedicato ai prodotti grafici; nel 1984 realizza la sigla del Tg3 e il direttore di Rai Due, Luigi Locatelli, lo incarica di curare la nuova immagine di rete. Nel 1990 collabora con RaiSat, per la quale produce Foot Print, dando un primo esito elettronico alla ricerca pittorica sulle città: il videotape riceve il premio Goldene Nica alla rassegna Ars Electronica di Linz. Sasso è invitato a Imagina di Montecarlo, prestigiosa vetrina della produzione televisiva europea; la sigla di Viaggio nel Sud di Sergio Zavoli, viene premiata alla Ibts di Milano. Nel 1994 realizza le immagini di Frammenti sull’Apocalisse, lavoro teatrale multimediale di Daniele Abbado, Roberto Andò e musiche di Nicola Sani, presentato nel 1996 anche a RomaEuropa Festival. La collaborazione con Abbado prosegue con il Fidelio nel 2000. Nel 1995 vince il Premio Lombardia al Festival d’Arte Elettronica di Locarno. Nella seconda metà degli anni Novanta l’artista concentra la propria attenzione sulle videoinstallazioni, genere nel quale riassume compiutamente la ricerca nel campo pittorico e la sperimentazione e ibridazione tecnica e linguistica sul versante multimediale. Del 1998 è la Torre delle Trilogie totem di sessanta monitor, con musiche di Nicola Sani, commissionato dall’azienda I Guzzini, opera nella quale per la prima volta sperimenta uno sviluppo verticale del montaggio, e che vince nello stesso anno il Premio Guggenheim. Dal 2000 al 2002 Sasso realizza una serie di videotape sul Novecento che confluiscono nelle installazioni per la mostra antologica ospitata dalla 53° edizione della Rassegna Internazionale d’Arte G.B. Salvi di Sassoferrato.

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