Hiwa K.

Nato in Iraq, attualmente sta preparando il suo diploma in arti visuali presso Akademie der Bildende Kunst in Mainz, in Germania. Si è dipolmato in Iraq e ha continuato a formarsi in gruppi di autodidatti del suo paese natale con altri artisti visuali, intellettuali, musicisti e artisti teatrali. I maggiori campi di interesse di questi studi informali e non sistematici, sono stati la letteratura europea e la filosofia, studiati da libri tradotti in arabo.
Contemporaneamente, dal 1985, ha praticato la pittura anche in spazi pubblici. Abbandonata la pittura, attorno al 1998 ha cominciato a suonare la chitarra da flamenco. Per un periodo di tre anni ha seguito corsi di chitarra tenuti da Paco Serrano, Anton Jimenez, Oscar Largo e altri leggendari musicisti di flamenco spagnoli. Dal 2002 ha vissuto in Germania come rifugiato politico.
Nel 2005 ha deciso di tornare alle arti visuali e ha cominciato a studiare a Mainz, ha frequentato il corso di pittura del professor Friedemann Hahn, il corso di teoria dell'arte con Astrid Hyle e quello di pratica di critica artistica con Aneta Szylak. Dal 2006 ha collaborato con Wyspa Progress Foundation a Gdansk. E' stato anche selezionato per il mai realizzato Manifesta 6 School a Cipro.
Parla sei lingue: Curdo, Arabo, Persiano, Inglese, Olandese e Tedesco.
Nel 2007-2009 è co-curatore con Aneta Szylak del progetto intitolato "Estrangement", che tratta la traduzione culturale e la disseminazione della conoscenza tra Europa e Medio Oriente attraverso mezzi visuali e la promozione del dialogo oltre le competenze culturali.
I suoi progetti sembrano essere una critica continua all'educazione artistica, alla professionalizzazione della pratica artistica, della messa in scena e della visibilità nonché il mito dell'artista individuale. Molte delle sue opere sono forme e prodotti di collaborazioni e hanno a che fare con il processo di insegnamento e di apprendimento e insistono piuttosto sulla conoscenza come pratica quotidiana di conoscenza e come una disciplina formale.
Tensioni, immediatezza e improvvisazioni sono le suggestive caratteristiche delle sue opere che sfuggono dall'estetica normativa, ma danno la possibilità di un'altra vibrazione a forme vernacolari, storie orali, modalità di incontro e di situazioni politiche. Il bagaglio dei suoi riferimenti è costituito da storie raccontate dai familiari e dagli amici, situazioni nelle forme di tutti i giorni che sono il prodotto della pragmatica e della necessità.
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