5.6.11

Jan Fabre

Jan Fabre (Anversa, 14 dicembre 1958) è un artista, coreografo, regista teatrale e scenografo belga. Artista visivo e promotore di una ricerca artistica tesa ad oltrepassare le barriere espressive. Jan Fabre si dice nipote del celebre entomologo Jean-Henri Fabre ma su nessun sito francese questa affermazione è accreditata e più che di parentela si parla di quasi omonimia e di grande influenza. Dopo aver studiato all’Istituto di Arti Decorative e Belle Arti e alla Royal Academy, all'inizio degli anni '80 dirige ad Anversa i suoi primi spettacoli: Theatter geschreven met een K is een kater e This is theatre like it was to be expected and foreseen (Questo è il teatro come ci si doveva aspettare e prevedere): spettacolo che, soprattutto per la sua lunga durata, (otto ore, dal tramonto all’alba), colpisce il pubblico e gli procura un’immediata notorietà. Nel 1984 presenta alla Biennale di Venezia The power of theatrical madness (cinque ore) che connota ancora più chiaramente il suo stile eccessivo e "crudele", e conferma la tendenza totalizzante e interdisciplinare della sua ricerca. Propone alla rassegna documenta 8 di Kassel la prima coreografia per Dance Sections, preliminare alla realizzazione di Das Glas im Kopf wird vom Glas, presentato nel 1987 al Romaeuropa Festival. Seguono Prometheus Landscape (1988), The interview that dies, The Palace at four o’clock in the morning, The reincarnation of God, (1989), The sound of one hand clapping, quest'ultimo basato su frammenti musicali di Dave Knapik, Bernd Zimmermann e dei Doors. Negli anni '90 realizza Silent Screams, Difficult Dreams (presentato a Kassel a Documenta IX nel 1992), Sweet Temptations, Universal Copyright 1&9 e Glowing Icons. La passione ereditata dal presunto bisnonno per l'entomologia si ritrova nei suoi quadri e sculture (la serie Fairy-tales and Spiders o le grandi tele di The flying cock e The road from the Earth to the stars is not smooth). Tra le ultime regie teatrali si ricordano The end comes a little bit earlier this century. But business as usual (1999), As long as the world needs a warrior’s soul (2000, a partire dal testo di Dario Fo Io, Ulrike, grido!), Je suis sang (2001), Het zwanenmeer (2002), Parrots & guinea pigs (2002), Angel of death (2003), Elle était et elle est, meme (2004), Etant donnés (2004), Quando L'Uomo principale è una donna (2004).


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