29.6.11

Tabaimo


TABAIMO (Hyogo 1975, Giappone). Vive e lavora a Tokyo.

La giovane artista giapponese esplora, attraverso i suoi video e i suoi disegni, le tensioni sociali e culturali del Giappone contemporaneo e tenta di sovvertire, in maniera ironica e vivace, gli stereotipi della sua cultura e delle sue tradizioni. I video sono meglio descrivibili come disegni animati poichè mettono in relazione i disegni di gusto familiare, della tradizione nipponica con le più alte tecnologie. Le sue immagini tratte dalla vita quotidiana svolgono una critica pungente; la sua visione “normale” e la sua profonda appartenenza al mondo giapponese è capace di dare vita ad una visione globale e informata del mondo contemporaneo.
L'artista giapponese sostiene di esplicitare nei suoi lavori il concetto di normalità. Afferma che ciò che lei ritiene normale, ciò che pensa e riversa nel suo lavoro è ciò che molti pensano. A partire da questa dichiarazione Tabaimo propone le icone della cultura giapponese che arrivano in Occidente e che spesso sono luoghi comuni, stereotipi che accogliamo come caratteristiche predominanti della cultura nipponica: il sushi, i tatuaggi, il suicidio, gli impiegati forzati del lavoro, la bandiera nazionale, la divisa delle studentesse e i luoghi quotidiani come la cucina o la metropolitana. La scelta del disegno animato stempera la provocazione dell'immagine e gli conferisce un'aura surreale. La grafica e il tratto dei fumetti rimandano ai disegni tradizionali che risalgono ai primi secoli della cultura giapponese; le sue animazioni invece sono high-tech creando uno strano ibrido ipertecnologico e antico allo stesso tempo; un tentativo di connessione tra la velocità del mondo globalizzato e la lentezza della tradizione orientale.
“Non ama gli stereotipi, anzi li sovverte. Ci prende in giro proponendo temi apparentemente innocui, insapori e inodori, desunti dalla tradizione nipponica, per poi rivelarci che lì dentro qualcosa sta "andando a male", a meno che non sia marcita addirittura. Tabaimo è la più giovane artista giapponese a essere riuscita a far parte della Triennale di Yokohama nel 2001.
Il Giappone e l'arte di grandi maestri come Hokusai entrano nelle sue videoinstallazioni per essere completamente stravolti, quasi che il fumetto e il cartone animato omaggiassero il passato con un gesto di strafottenza. Il mondo fluttuante dei classici "ukiyo-e" - i disegni anche seriali prodotti da artisti come Utamaro fin dalla metà del 1600 - diventano nelle opere di questa artista tra le più quotate al mondo una rivisitazione spesso inquietante di un mondo prossimo al manga.
Di ritorno a Venezia dopo la partecipazione del 2007, Tabaimo inserisce la sua opera video all'interno di un padiglione dedicato - come afferma il commissario Yuka Uematsu - al tema “Trans-Galapagos Syndrome”. Un'occasione per lasciare stridere la sua indubbia poesia con un potentissimo elemento nero. Quasi funereo.” Francesco Brunacci, L'Uomo Vogue, maggio-giugno 2011 (n. 421).

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