Stephanie Allespach
Una delle opere piu' recenti e importanti è il pezzo Shadow Factory: Teufelsberg. Girato in un edificio abbandonato, prima adibito a quartier generale di spionaggio costruito in cima a Teufelsberg (sulle montagne del Diavolo), punto piu' elevato di Berlino. La collina oggi conserva un cumulo di macerie della Seconda Guerra Mondiale tra cui anche una vecchia scuola nazista.
Questo centro, che durante la guerra raccoglieva informazioni, oggi funge da casa abusiva e luogo di ritrovo per musicisti e graffittari, che sfruttano le qualita' acustiche della cupola.
La Allespach cerca di far trasparire la struttura diroccata immortalando i muri distrutti e le bottiglie rotte che si intrecciano con le trasfigurazioni ambientali. Fumo, nuvole, calcestruzzo, acciaio, per lei tutto è effimero.
La fotocamera procede ruotando verso l'alto e creando spirali, viaggia da un interno all'altro. Luce e oscurita' di alternano nel riflessivo spazio sotterraneo.
Tutte le opere della Allespach provocano questa profonda connessione tra spazio e sentimento. C'è una stratificazione dell'ambiente: mostrando l'immenso si spienge lo spettatore verso il suo interno, la solitudine del corpo spinge a coinvolgere i nostri pensieri, le nostre emozioni e sensazioni. Un momento di decisione e riflessione dove lo spettatore diventa soggetto e il bordo, il confine dell'opera svanisce progressivamente.
La fotocamera procede ruotando verso l'alto e creando spirali, viaggia da un interno all'altro. Luce e oscurita' di alternano nel riflessivo spazio sotterraneo.
Tutte le opere della Allespach provocano questa profonda connessione tra spazio e sentimento. C'è una stratificazione dell'ambiente: mostrando l'immenso si spienge lo spettatore verso il suo interno, la solitudine del corpo spinge a coinvolgere i nostri pensieri, le nostre emozioni e sensazioni. Un momento di decisione e riflessione dove lo spettatore diventa soggetto e il bordo, il confine dell'opera svanisce progressivamente.
Commenti
Posta un commento