24.2.12

Ciprian Muresan


Ciprian Muresan, nato nel 1977, vive e lavora a Cluj, in Romania, dove s'è laureato all'accademia di belle arti nel 2000.

I suoi studi di scultura e design hanno favorito lo sviluppo di un suo punto di vista sulla cultura e la società. Il critico e iconoclastico Muresan si approcci a al canone globale di arte e storia con un tocco leggero, dedicandosi spesso a lavori lievemente umoristici o decisamente spiazzanti, i cui significati sono in verità sottili e acuti.

Trattasi di un artista sfaccettato e poliedrico, che non si limita a sfruttare un solo media per esprimere la propria arte.
Dal disegno al video, dalla fotografia ai libri, ai semplici oggetti, spesso modificati all'abbisogno, Ciprian non disdegna metodi d'espressione alternativi.
Nei suoi lavori, egli esplora, smembra e ricontestualizza riferimenti storici, sociali o culturali con lo scopo di rivelare la complessità della vita di tutti i giorni riflessa nelle condizioni storiche. Tra performance, esibizioni e quant'altro, il Muresan ha viaggiato per tutto il globo presenziando a numerose mostre, biennali e quant'altro, ricevendo numerosi consensi.
Un esempio lampante ed emblematico della sua arte può essere riconosciuto nella recente mostra personale "The Unbelonging", che s'è tenuta alla Prometeogallery di Milano. Trattasi di un trio di lavori accomunati da una necessità d'indagine da parte del fruitore, ma anche dalla consapevolezza della non appartenenza né individuale né collettiva del materiale esposto (del resto il nome della mostra è eloquente).
The Unbelonging si apre con un carrello della spesa traboccante di libri, che pare abbandonato al proprio destino da chissà quale appassionato di cultura. O probabilmente da qualche ossessionato, giacchè a un'analisi più attenta i volumi si rivelano essere le più svariate edizioni dello stesso "Castello" di Kafka.
Proseguendo nel percorso messo in piedi da Ciprian si incontra un video, che a prima vista sembra essere un comune filmino di battesimo. Tutto si svolge normalmente, finchè a un certo punto si rimane interdetti quando si scopre che a celebrare il rito è niente meno che Babbo Natale. Da qui in poi vengono rivelate tutta una serie di anomalie, fino a questo momento rimaste senza importanza, fuori campo: l'intero sacramento ha luogo in uno spazio dai muri bianchi e asettici, quasi fosse un ospedale, dove la fonte battesimale altro non è che una bacinella di plastica blu. Ricontestualizzando, o meglio decontestualizzando icone intoccabili, quali Babbo Natale e un rito sacro, Muresan ci fa riflettere sulla loro effettiva natura, scandalizzandoci e spiazzandoci per poi farci atterrare nuovamente, ora più consciamente consapevoli della complessità e del ruolo che certi aspetti della nostra vita civilizzata ricoprono.
L'ultima tappa di The Unbelonging ci presenta una serie di libri, la cui rilegatura è stata tagliata dall'artista per inserire tra le pagine del testo, senza alcun criterio apparente, i propri disegni. L'intervento del fruitore è ancora una volta richiesto, essendo necessario esaminare l'opera più in profondità nell'intento di capirla. Il susseguirsi dei disegni dell'artista si sviluppa seguando una sorta di storia, ma non si sa se essa sia legata a quella dei libri che la racchiudono o meno, anche perché questi ultimi sono redatti in una lingua incomprensibile.
Tre lavori, quindi, accomunati dalla stessa necessità d'indagine, ma anche e soprattutto dall'idea di non appartenenza sia individuale (per l'artista) che collettiva.
Nel complesso, l'artista pare suggerire che nella società odierna i simboli comuni e i riti religiosi non appartengono più alla sfera spirituale, ma piuttosto al sistema consumistico.
La vera stella di Ciprian Muresan è sorta negli USA in annata 2009, quando alcuni suoi video furono inclusi nella mostra "Younger than Jesus" al New Museum. Spopolò "Choose", esile video di poco più di un minuto, in cui il figlio Vlad, seduto a un tavolo e posto davanti alla scelta tra Coca-Cola e Pepsi, pensa bene di mescolarle entrambe nello stesso bicchiere, prima di berle. Un'altra critica alla società consumistica dei nostri giorni, che ci mette davanti a problemi non da poco, come la fame, la povertà, la potenza dei brand: "They are engaged in a sort of promotional advertising war, and yet they are basically identical.", asserisce l'artista in una recente intervista.
Nello stesso scambio di domande e risposte, Ciprian parla di come la Pepsi avesse avuto un posto nel passato della Romania comunista, in cui lui è cresciuto. Al tempo la Romania, come del resto le nazioni limitrofe, non poteva avere contatti con prodotti ed economia dell'occidente, eppure la Pepsi riuscì in qualche modo a intrufolarsi, pur avendo un business piuttosto ridotto. Muresan è convinto che quest' impresa sia stata un vero e proprio cavallo di Troia, un canale nascosto di influenza occidentale, che portava entrambe le facciate della cortina di ferro a bere lo stesso prodotto. "Although the alienation was packaged differently, it was ultimate the same. Maybe "Choose" reflects that."
E poi "Communism Never Happened", dice lui in un'opera successiva, con una coerenza/incoerenza di fondo che spiazza e mette in dubbio.