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Salvatore Manzi
Salvatore Manzi è un artista, docente e pastore evangelico nato a Napoli nel 1975, la cui ricerca si muove tra arte visiva, spiritualità e pensiero critico. La sua produzione attraversa pittura, performance, installazioni e video, e si distingue per un approccio poetico e riflessivo, teso a sondare la soglia tra visibile e invisibile, tra presenza e assenza. Si forma all’Accademia di Belle Arti di Napoli, dove si diploma in Pittura con una tesi sull’assenza dell’autore nell’arte contemporanea, seguita dalla storica dell’arte Adachiara Zevi. Parallelamente intraprende un percorso teologico che lo porta a conseguire la laurea in Scienze bibliche e teologiche presso la Facoltà valdese di Roma, con una tesi in Teologia pratica sull’aniconismo nell’arte. Questa duplice traiettoria – artistica e spirituale – costituisce il nucleo della sua poetica: un linguaggio visivo che, rinunciando alla rappresentazione figurativa, apre uno spazio di meditazione e trascendenza. Ne è espressione anche il volume "Aniconismo nell’arte contemporanea" (Guida Editori, 2025), in cui Manzi raccoglie anni di riflessioni, esperienze e riferimenti storici sul rapporto tra immagine, fede e cultura visuale. La sua attività teorica e sperimentale è già presente in precedenti pubblicazioni e cataloghi come Liminalità, Prima di me, Aritmòi e nell'Atlante dell’Arte Contemporanea a Napoli e in Campania. Il suo lavoro artistico ha attraversato diverse fasi: dagli esordi concettuali e ironici, firmati con lo pseudonimo Zak Manzi, fino a un linguaggio più sobrio ed essenziale, intriso di sacralità e silenzio. Le opere pittoriche come la serie Aritmòi indagano il potenziale simbolico del segno e del numero, mentre le sue performance – come Affianco, On sale, Nessuna delle cose in vendita ha a che fare con i tuoi desideri, Un tempo per non partire, Majim, V – si radicano nello spazio urbano e nella relazione con il pubblico, come gesti liminali che trasformano il quotidiano in rito. Ha esposto in numerose mostre personali e collettive, tra cui Prima di me (2015), Anni luce (2018), Immagine alcuna (2019), Deuteroluogo (2019), Per aspera ad astra, (2023 ), Videtur (2023). La sua attività è affiancata da un costante impegno nella formazione: attualmente insegna Tecniche performative per le arti visive e Installazioni multimediali presso l’Accademia di Belle Arti di Lecce, dove accompagna giovani artisti nella sperimentazione e nello sviluppo di pratiche transdisciplinari. Salvatore Manzi vive e lavora a Napoli, ma la sua arte ha una vocazione profondamente nomade e interiore: un cammino di sottrazione e ascolto, in cui l’assenza diventa rivelazione e l’opera, più che rappresentare, suggerisce.
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