21.6.12

Barbara Buckner


Nelle sue opere video degli anni '70 e '80, Barbara Buckner impiega tecnologie video e computer per creare opere "pittoriche" di forte risonanza visiva e simbolica. Le sue esplorazioni formali delle proprietà di trasformazione di elettronica di elaborazione delle immagini risultato della tecnologia in opere metaforiche di grande raffinatezza pittorica.

Nel suo "non-narrativo", le sue rappresentazioni spesso silenziose, fanno delle sue composizioni un focolare di immagini dense e sfuggenti a metà tra astrazione e figurazione, con conseguenti manifestazioni sorprendentemente misteriose di una sensibilità ultraterrena.
Buckner è nata nel 1950. Ha ricevuto un B.F.A. dalla New York University. Destinataria di diversi National Endowment for the Arts, borse di studio a New York del Consiglio di Stato in merito alla concessione Arts, e un WNET / Thirteen di sovvenzione. E' stata artist-in-residence presso la City University di New York, del Centro Televisivo Sperimentale, Owego, New York, e la School of the Art Institute di Chicago, tra le altre istituzioni, e ha insegnato alla School of Visual Arts di New York, e New York University. Buckner vive a New York.
L'artista esemplifica l'uso di tecniche di elaborazione dell'immagine per creare espressioni dinamiche visive che manifestano stati di coscienza e la sua grande capacità è quella di trasformare trasformare l'elettronica in organico. In Hearts, un cuore vibrante, così come altre forme pulsano con un colore intenso e il ritmo in un allucinante, paesaggio mutevole. Trasformazioni inquietanti di forme umane e animali, resi quasi astratti attraverso l'immagine-keying, risuonano con forza visiva in Heads.
In altri lavori Barbara Buckner esplora tecniche di elaborazione dell'immagine per rappresentare i livelli immateriali di energia mentale e spirituale. Nelle foto Golden, lei anima oggetti di uso quotidiano per un effetto sorprendente, che stanno diventando visualizzazioni fantastiche delle energie di "oggetti inanimati". Utilizzando la piazza come punto di partenza, Buckner trasforma la geometria in texture e pattern, dalla Grecia a Giove: E' una questione di energia, una articolazione formale di un processo di trascendente.
In Picture of the lost, si coagulano due movimenti in un viaggio psichico ed inquietante, le immagini enigmatiche evocano stati di coscienza elevati, gesti simbolici e rituali, trasformazioni spirituali. Buckner evoca il sogno, visioni ritmiche rese in tinte sature, crea una tensione percettiva tra astrazione e riconoscimento. Immagini come apparizioni silenziose.

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