8.7.09

Kota Ezawa

Kota Ezawa definisce il suo modo di lavorare "videoarcheologia". L’artista rielabora al computer spezzoni di film famosi e di notiziari, reinterpretando ogni figura con l'ausilio di un programma di grafica digitale. Nella sua ricostruzione, riduce all'essenziale il contenuto delle immagini fino a farle diventare iconiche – paragonabili alla pittura astratta – concentrandosi sulle poche informazioni importanti che sono necessarie a trasmettere un messaggio. Elimina così alcuni particolari presenti nell'originale, riducendo il contenuto dell'immagine a macchie di colore dai contorni spessi, ma contemporaneamente guida l'attenzione dello spettatore sui piccoli particolari e sulle sottili atmosfere che nel flusso delle immagini andavano perdute, e attribuisce loro un significato proprio. Nelle immagini di Last Year at Marienbad, Ezawa rispecchia il purismo formale e contenutistico della narrazione di Resnais. Cita momenti essenziali del film come icone della storia del cinema, riporta nel presente le immagini sbiadite e, con il medesimo rigore formale, le riadatta nella tecnica narrativa del moderno fumetto. Partendo dall'assunto che il film e la sua vicenda siano ben noti, ottiene con mezzi minimi, in bianco e nero e senza sonoro, la stessa atmosfera mistica dell'originale e lo fa rivivere nella mente dello spettatore. Kota Ezawa (Colonia, 1969) ha presentato le sue opere in diverse sedi, tra cui The Hayward Project Space di Londra, il Santa Monica Museum of Art, l'Artspace di San Antonio, Texas; ha partecipato a mostre collettive al San Francisco Museum of Modern Art, all'Art Institute of Chicago, al MoMA di New York, al Moore Space/Museum of Contemporary art di Miami, al Caixa Forum di Barcellona, allo Shanghai Art Museum. Le sue opere sono rappresentate in collezioni pubbliche, come il MoMA di New York, il San Francisco Museum of Modern Art, il Kunstmuseum di Stoccarda, l'Israel Museum di Gerusalemme. Kota Ezawa vive e lavora a San Francisco.

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