12.7.09

Massimo Pianese

Massimo Pianese, nato a Napoli nel 1979 dove vive e lavora, si diploma in Scultura presso l’Accademia di Belle Arti di Napoli. Dal 1999 è presente a numerose collettive in Italia e all’estero quali Vele d’Artista presso il Castel dell’Ovo di Napoli nel 2001; Campi Magnetici al F.R.A.C. di Baronissi (SA) e Premio Stella al Palazzo Stella di Crespellano (BO) nel 2002. Nel 2003 partecipa ad Anteprima della XIV Quadriennale di Roma, presso il Palazzo Reale di Napoli. Nel 2005 è presente con la galleria Umberto Di Marino Arte Contemporanea al Bologna Flash Art Show; a Fair Play, presso il Complesso di Santa Sofia di Salerno, a No Parachute, all’Artandgallery di Milano, all’ Icehotel Art&Design 2005/06 presso l’Icehotel di Jukkasjarvi in Svezia. Nel 2006 è presente a Full Play Palazzo Genovesi, Salerno, a draw_drawing_2, The Foundry, Londra. Ha partecipato inoltre a molte rassegne di videoarte e multimedia, tra cui Salto nel vuoto, Milano Film Festival , Milano 2001 e A_D_E (Art Digital Era), web experiences, Festival Internazionale Inteatro, Polverigi (AN) 2002. Nel 2004 è tra gli artisti selezionati del concorso Pagine Bianche d’Autore per l’edizione campana 2004/05. E’ tra i giovani artisti presenti alla selezione per il Premio Cairo 2005. Nel 2006 è selezionato e premiato per la mostra concorso Selected Works indetto da Avision, Bassano del Grappa; è presente ad Altissima 13 Torino per il progetto Pan.archive[d], 2006. E’ l’unico artista italiano invitato alla mostra Transparent, Fiskars, Finlandia, 2007; nello stesso anno è presente a Musae, Circuito del Lago Maggiore, Stresa - Verbania; New Entry, C/O care of – Fabbrica del Vapore, Milano; Nestube, Festival della Creatività, Firenze. Selezionato per Art Tech Media Cordoba 0.8, Cordoba, Spagna 2008. Espone nello stesso anno presso la Galleria Annarumma404, Napoli alla mostra Fruits in Season, a Giunglavideo3, Parco di Villa di Toppo Florio, Buttrio (Ud), ad Articorte, Musae, Villa Sissi, Levico Terme (TN), Loading, Castello Baronale Acerra (NA). E’ tra gli artisti invitati a dare il proprio contributo per la mostra-asta 200 artisti per Careof, Careof – DOCVA, Milano, 2008. E' tra gli artisti invitati da Alec Crichton al progetto "souvenirs from earth" tv tematica via cavo di sola videoarte in onda in Francia e Germania. E' presente a "2 anni di 2video" presso neon>campobase, Bologna 2009 per il progetto "2video" di Undo.net curato da Francesca Di Nardo. E’ tra gli artisti selezionati per Video.it presso la Fondazione Merz di Torino; è finalista al concorso RomaEuropa WebFactory (sezione videoarte), curato da Bartolomeo Petromarchi e promosso dalla Fondazione RomaEuropa e Telecom Italia Spa. Espone nello stesso anno alla mostra Incontri Imprevisti (ovvero, metti una sera d'estate) presso la Siniscalco Arte di Milano e a Interplay – Premio Termoli 2009, Galleria Civica d’Arte Contemporanea, Termoli a cura di Carla Subrizi e Miriam Midolla. E’ vincitore di una residenza d’artista, per il periodo gennaio-febbraio 2010, presso la Lademoen Kunstnerverksteder, Trondheim, Norvegia. Dal 2003 collabora con l’artista Gian Marco Montesano. Massimo Pianese Work Concept Una ricerca partita dal corpo - attraverso calchi in gesso e lattice di porzioni anatomiche, immagini digitali etc. - caratterizzata da un impianto formale asettico e sintetico; il risvolto fisiologico che ne è seguito ha indotto l'artista ad abbandonare l'iconicità del corpo, mirando alla sua astrazione, alla sua assenza, al suo status di golem post umano. E' a partire da Holy Family, l'installazione presentata alla Quadriennale/Anteprima Napoli del 2003, che vi è l'abbandono dell'iconicità del corpo umano e l'affermazione della sua latenza, della sua assenza obbligata. Anche i video come Drug Fly, Alcantara, Piccio, Bras, Ph Landscape contengono in seno quel principio di umanità inconciliata e inconciliabile, post umana, appunto; quando i giochi ormai son fatti e non c'è un'altra chance, nessun girone di ritorno, nessuna richiamata alle armi che ci permetta una rivincita. Un’analisi che assume come primario elemento d’indagine il paesaggio ed eventi minimi che in esso gravitano, producendo alterazioni e paradossi che reinventano la sintassi del linguaggio e dell’esperienza. Protagonista risulta essere una natura inquietante, alterata dall’ uso di colori acidi e virata da una luce innaturale, dove le poche figure che la popolano si muovono a fatica, zavorrati, immobilizzati in questa artificiosità. E’ facile riconoscere in essi il ritratto di una umanità condannata a vedersi lacerare dai cattivi costumi, dai falsi valori, contro i quali neppure l’artista può proporre una via di fuga, ma solo limitarsi a documentarne la decadenza. Quindi atmosfere di vitrea sospensione, di "esistenzialismo gelatinoso" e flashback sintetici. Sovente l’artista usa riprodurre i fotogrammi video con le tecniche tradizionali della pittura piuttosto che stamparli, attuando una ulteriore lacerazione concettuale dell’immagine attraverso i vari stadi di lavorazione a cui la sottopone: ripresa video, compositing ed editing digitale.

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