4.7.11

Martha Rolser


E' una della più importanti figure nella scena artistica dagli anni ’60 ad oggi, nel suo lavoro pionieristico e sperimentale ha utilizzato diversi media: dal video alla fotografia, dall’installazione alla performance, al testo-fotografico fino a scritti critici. Il suo lavoro si è spesso interessato alla vita sociale e alla sfera pubblica manifestando spesso precise posizioni rispetto a temi quali il femminismo e la guerra. Nella sua opera Semiotics of the Kitchen (1975), quel luogo ordinario di lavoro "femminile" che è la cucina si trasforma in ribalta dalle fattezze teatrali, con il corpo della stessa Rosler ornato di grembiule (c'è sempre una divisa e un ruolo da esibire, confutare e infine rigettare) e posto in meccanica azione davanti ad una camera fissa. Servendosi di una mimica e di una gestualità sull'orlo della decontestualizzazione, e praticando così un detourment che cambia la luce sotto la quale osservare un coltello o una forchetta che pugnalano con ferocia l'aria, o il fragoroso scontrarsi di piatti e pentole sulla tavola, la Rosler compone in pochi minuti un esaustivo e e dettagliato catalogo per ri-orientarsi tra oggetti e strumenti che per una volta perdono il loro valore d'uso (davanti la mdp non sono altro che congegni che vanno a vuoto) e si trasformano in armi in mano al pacato virtuosismo di una finta casalinga.Tra i suoi lavori si riconoscono i fotocollage della serie Bringing the War Home(1967-72), che uniscono immagini di guerra a interni domestici confortevoli ed eleganti. All’inizio dell’invasione dell’Iraq da parte degli USA, Rosler ritorna sulla serie degli anni ‘ 70, attualizzando i foto collage con nuovi spazi, tecnologie e la rappresentazione stessa della guerra, come è facile intuire in Prospect for Today, Point and shoot o Invasion (2008).

Retrospettive di Martha Rosler sono state realizzate in Europa e a New Yok, tra 1998 and 2000, al New Museum e allI’International Center of Photography. Nel 2007 Il Worcester Art Museum, Massachusetts ha dedicato una mostra solo ai suoi fotocollage.
I suoi lavori sono stati esposti recentemente alla Biennale di Singapore, WACK! Art and the Feminist Revolution al The Museum of Contemporary Art, Los Angeles, PS1 in Queens, UnMonumental al The New Museum, New York, Documenta 12 e Skulptur Projekte Münster, nel 2007; e Ambitions d’Art at Institut d’Art Contemporain a Villeurbanne, Francia, nel 2008.
I suoi scritti sono stati pubblicati sia in cataloghi che su riviste e 14 sono i suoi libri distribuiti in diverse lingue sulla sua produzione fotografica, di saggi e di testi. Decoys and Disruptions: Selected Writings, 1975-2001, un libro di saggi scritti da Martha Rosler è stato pubblicato dalla MIT Press nel 2004 (ristampato, 2008). Altri progetti includono la Biblioteca di Martha Rosler -Martha Rosler Library- , una mostra itinerante di 8.000 volumi provenienti dalla collezione di Martha Rosler e il progetto If you lived here still in collaborazione con e-flux.
Una donna di carattere. Una di quelle che alle persone che esclamano di fronte a un quadro “questo potrei farlo pure io”, risponde: "Please, do it!", Fallo! Perché al pubblico spetta la responsabilità di interpretare il lavoro di un artista. O almeno quello di Martha Rosler. Ironica e provocatoria, femminista senza strafare, questa donna-icona dell’arte internazionale è da sempre impegnata a “demolire” le ipocrisie del quotidiano e i luoghi comuni della società e dell’informazione. La sua arte non è una rappresentazione fantastica sospesa sulle nostre teste. La sua arte è la realtà che ci circonda, con le sue metropolitane, le strade solitarie, gli aeroporti, la pubblicità, il potere, il cibo, il consumismo compulsivo, il sesso, le guerre, l’emarginazione, l’integrazione, le vetrine e le donne.

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