4.7.11

Shahram Entekhabi

Shahram Entekhabi, nasce nel 1963 a Beroujerd, Iran.
Artista di origine iraniana, oggi, protagonista d'eccellenza internazionale. Fra Londra, Berlino, Tehran, Parigi, l'artista Shahram Entekhabi vive e presenta delicate performance inerenti il concetto di spazio urbano, tali da risvegliare la sensibilità assopita dell'Occidente.
L'ispirazione dei suoi lavori, va indagato negli scritti del XIX ° secolo di Charles Baudelaire, giungendo all'interpretazione dell'urbanità e del suo spazio come una riserva esclusiva per le abitudini della classe media, degli eterosessuali uomini, dei bianchi, della modernità tecnologicamente avanzata, cui preferisce piuttosto indagare il fenomeno della ghettizzazione dell"Altro" del "Diverso" e dell' "Estraneo", conseguenza della guerra fredda, scegliendo di mettere in rilievo gli individui invisibili o come spesso accade, spinti ad una auto-ghettizzazione forzata, come nel caso delle comunità di emigrati con le loro culture, tradizioni, ideologie, isolate dal sistema socio - culturale dominante. L'esempio lampante è la frequenza del fenomeno ghettizzante nelle culture medio-orientali.
Per questa ragione, la questione della "visibilità/invisibilità" è frequente nelle sue pratiche artistiche.
Attivo nel campo della "video- arte", fotografia, pittura, design, installazioni, performance art e community art, il percorso educativo-formativo raggiunge l'apice grazie allo studio dell'architettura presso l'Università di Teheran, Iraq, in Graphic Design accompagnato dallo studio accurato di architettura urbanistica, e ulteriore conoscenza della lingua italiana nelle città di Perugia e Reggio Calabria, Italia, favorendo esperienza e ampliamento degli orizzonti culturali personali.
L'attività di Shahram Entekhabi comincia con l'analisi attenta di una grande serie di "figure emigranti" - "migrant figure" che incarnano i clichè ed i comportamenti di diversi status emigranti, come di diversi periodi storici, dalla donna oppressa nella sua libertà dal marito fondamentalista o potenziale tale, alla grande emigrazione europea rivisitata nelle "guest worker", abiti economici, scarpe di vecchie tendenze, una valigia di cartone. Tuttavia, il grande "primo amore" di Entekhabi resta la natura concettuale di FILM, VIDEO più di qualsiasi altra caratteristica moderna. Concetto questo che attrae le Star di Hollywood, permettendo la fatidica abolizione del confine fra cultura popolare e cultura di lusso, trasformando Shahram Entekhabi figura di rilievo nell'ambito dell'arte-video e promotore della "Parasite Architecture" - "Architettura Parassita".
L'architettura Parassita mette in discussione gli aspetti della comunicazione sociale, e decostruisce la nozione di spazio pubblico e sua proprietà, sottolinea l'idea fondamentale dell'"informale" nell'arte di Entekhabi (n.b l'Informale si pone in forte polemica con tutto ciò possa essere riconducibile ad una forma, sia essa figurativa o anche puramente astratta. L'Informale, nega in modo esplicito ogni forma e con essa la conoscenza razionale che ne deriva.) ed affonda nel pieno della denuncia artistica dell'artista.
La Parasite Architecture si concentra sui temi della migrazione, e della diversità culturale, motivo guida dell'artista, il quale creerà estensioni informali ad architetture già esistenti, (ad esempio musei, luoghi di culto, etc,) proponendo in contemporanea la risposta artistica di cui l'Europa necessita dopo la profonda crisi morale, politica e ideologica conseguente agli orrori messi in luce dalla seconda guerra mondiale.
Le costruzioni informali in questione venivano evidenziate con nastri riportanti la scritta "caution" traducibile con "attenzione", al fine di suggerire un'idea lampo sulla sicurezza di alcune aree, un esempio esplicito è nelle "no-go Areas -ovvero Zone Vietate" in cui si palesa il concetto di esclusività e inclusività degli spazi pubblici per un motivo o un altro. Shahram Entekhabi, artista iraniano, risveglia la sensibilità occidentale, assopita dalle paure ed i timori creati dalla guerra fredda, tramite la più innocente delle armi, l'arte.

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