26.9.09

Dan Graham

Dan Graham nasce nel 1942 a Urbana, Illinois (U.S.A.). Graham è stato proprietario di una galleria, teorico della cultura e dell’arte, fotografo, produttore di film, artista dell'installazione e della performance interessandosi alla complessa relazione esistente tra l’opera d’arte e il pubblico, impiegando telecamere collegate a monitor che permettono al visitatore di vedere la proprio immagine in un contesto spazio-temporale sfalsato rispetto alla realtà. Tra i principali esponenti delle neoavanguardie del dopoguerra, Dan Graham è stato un pioniere della performance e della video arte. Il suo percorso artistico prende avvio con una serie di lavori concettuali (1965-66), basati sull'uso di testi e fotografie. Le successive esperienze di performance, legate a indagini psicologiche e interpersonali a partire da sperimentazioni operate con il proprio corpo, lo portano a rivolgere la sua attenzione ai progetti architettonici per l’interazione sociale negli spazi pubblici (nel 1970) e a maturare la ricerca sui padiglioni (dal 1980), strutture praticabili di vetro, in parte trasparente e in parte riflettente capaci di coinvolgere il contesto e lo spettatore in modo interattivo. Graham vive e lavora a New York City. Graham mise in opera una corto circuito esterno/interno, pubblico/privato in alcune video-installazioni dislocate in negozi, bar, spazi all’aperto, vetrine. Video come specchio e finestra architettonica "Il video in architettura funziona a livello semiotico simultaneamente come finestra e come specchio. Le finestre in architettura mediano tra unità spaziali separate e incorniciano la prospettiva convenzionale di un’unità in rapporto all’altra; gli specchi in architettura definiscono in modo autoriflesso uno spazio e un io delimitati. L’immagine allo specchio risponde otticamente ai movimenti dell’osservatore, variando in funzione della sua posizione. L’immagine proiettata dallo schermo video di uno spettatore che lo osserva dipende dalla relazione di quello spettatore rispetto alla posizione della videocamera, ma non della sua posizione rispetto al monitor. …L’immagine allo specchio viene percepita come un istante statico, il tempo (tempo e spazio) diventa illusoriamente eterno. Il mondo visto attraverso il video, al contrario, è preda del flusso temporale e soggettivamente connesso alla durata esperita.

Nessun commento:

Posta un commento