8.4.09

Allan Kaprow

Allan Kaprow nasce nel 1927 ad Atlantic City nel New Jersey, e trascorre la sua giovinezza a Tucson in Arizona. Iscrittosi alla scuola di pittura di Hans Hofmann (1947-48), è sotto la sua guida che comincia a sviluppare lo stile espressivo ed energico di action painting. Dal 1956 al 1958 Kaprow studia composizione musicale con il compositore di avanguardia John Cage alla New School for Social Research a Manhattan. Kaprow riconosce proprio in John Cage e Jackson Pollock le due principali e più feconde influenze che hanno contribuito alla nascita della forma espressiva dell'happening. Di Pollock l’artista riprende il concetto di arte intesa come azione, di pittura che vuole andare oltre la tradizione. Nel 1958 Kaprow racconta l’esperienza di essersi trovato davanti alle tele di Pollock e di averle trovate “così enormi ed esaurienti, da riuscire ad andare oltre la pittura per diventare essere stesse degli ambienti.” In un lavoro del 1952 John Cage riesce a fondere in uno stesso spettacolo tante discipline: un quadro di Rauschenberg, un balletto di Cunningham, un poema recitato da Richards e Olsen ed un pezzo suonato al piano da Tudor, creando un precedente per numerosi eventi degli anni a venire. Questo lavoro di Cage contiene in sé secondo l’artista il germe dell’happening, pur mancando il coinvolgimento attivo del pubblico. Nel 1957-58 Kaprow comincia a creare lavori ambientali che richiedono la partecipazione del pubblico e questa integrazione di spazio, materiali, tempo e persone lo conduce finalmente ai pezzi più sperimentali ed allo sviluppo in forma definitiva dei suoi happenings. L'happening si colloca vicino al filone Fluxus ed alla filosofia Gutai internazionale: è una corrente artistica che vede "l'evento" come tema principale dell'opera e considera il tempo un materiale artistico alla stregua di tutti gli altri. L'happening necessita infatti sempre della partecipazione del fruitore che viene posto simultaneamente di fronte a nuovi tipi di codici espressivi, sollecitato ad esprimere una reazione sia fisica che psicologica rispetto all'evento. I partecipanti si muovono nell'ambiente, si fondono con esso ed essendo impossibile distinguerli dagli attori diventano attori essi stessi. Un rapporto nuovo fra arte e pubblico si stabilisce, a partire dalla possibilità per gli spettatori di introdurre dei mutamenti nell'opera, da quando essi non la "consumano" più passivamente ma partecipano alla sua realizzazione. Ad amalgamare la composizione artistica ci pensa il suono, il colore e la luce, come accade nelle creazioni di action-collages dello stesso Kaprow, nelle quali l'assemblaggio casuale di materiali diversi capaci di integrarsi e costituire un insieme, un allestimento ambientale, un environment. Con Kaprow l’arte rompe anche con la tradizione dei luoghi dell’arte, che vuole le opere disposte nelle esposizioni, nei musei, nelle gallerie. Molti dei happenings sono stati effettuati in luoghi assolutamente non convenzionali. Dei principi dell'happening affermati da Kaprow ricordiamo i sette punti teorici: I) La linea tra arte e vita deve rimanere fluida, e la più indistinta possibile. II) Pertanto la derivazione dei temi, dei materiali, delle azioni e la loro corrispondenza possono venire fuori da ogni posto o periodo fuori che dalle espressioni artistiche e dal loro ambiente e influsso. III) La rappresentazione di un happening dovrebbe avvenire su parecchi spazi, talvolta mobili e mutevoli. IV) Il tempo, di pari passo alle considerazioni sullo spazio, dovrebbe essere vario e discontinuo. V) Gli happening dovrebbero essere rappresentati una sola volta. VI) Il pubblico dovrebbe essere interamente eliminato. VII) La composizione di un happening è eguale a quella di un assemblage e di un environment cioè è costituita di un certo collage di eventi in certe misure di tempo e in certe misure di spazio.

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