5.9.12

Alan Turing


Turing è considerato il padre dell’intelligenza artificiale. Nato in India da Sara e Julius Turing, nasceva 100 anni fa a Londra il 23 giugno 1912. Sin dalla prima infanzia dimostrò predilezione verso le materie scientifiche, a discapito di quelle umanistiche che lo fecero diplomare a stento. Ebbe modo di approfondire gli studi fisico-quantistici e matematici al King’s College di Cambridge, dove si laureò col massimo dei voti. Si dedicò allo studio della teoria delle probabilità e alla matematica logica, riuscendo a rispondere al problema della deicidibilità posto da David Hilbert, che lo spinse all’intuizione di una macchina universale capace di obbedire a qualsiasi tipo di istruzione data (macchina di Turing). 
Nel 1936 Turing fu invitato a Princeton, negli Stati Uniti, dal logico Alonzo Church, che in maniera indipendente aveva risposto anch’egli al quesito di Hilbert. A Princeton ebbe modo di lavorare con scienziati del calibro di Albert Einstein. Turing riuscì a mettere in mostra le proprie capacità anche negli Stati Uniti, ma volle necessariamente tornare in Inghilterra prima dello scoppio della seconda guerra mondiale.
Durante la guerra fu integrato come crittografo al dipartimento segreto di crittoanalisi di Bletchley Park al fine di decifrare i messaggi scambiati tra diplomatici e militari della Potenza dell’Asse. Per violare i cifrari tedeschi della macchina nazzista Enigma, Turing perfezionò la macchina polacca “Bomba” dando vita, grazie alla collaborazione con Max Newman, a Colossus (forma embrionale del computer). Al termine della guerra fu invitato al National Physical Laboratory a Londra, dove disegnò il suo primo modello di computer, l’Automatic Computer Engine.
In seguito si dedicò alle attività sportive, gareggiando a diverse maratone. Nel 1952 fu arrestato per omosessualità, dopo aver denunciato il suo ex amante per un furto in casa. Fu perseguitato dal Governo Britannico, e gli fu inflitta come pena la castrazione chimica, che gli causò impotenza e crescita del seno. Nel 1954 lo trovarono in casa morto suicida con una mela avvelenata, prendendo spunto dalla favola di Biancaneve, da lui apprezzata fin da bambino.

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