10.10.11

Zbynek Baladran


Zbynek Baladran è un’artista ceco nato a Praga nel 1973. La sua formazione artistica inizia presso la Charles University (dove studia storia dell’arte) e l’Accademia di Belle Arti entrambe a Praga. Subito apprezzato il suo genio artistico gli permette di valicare i confini nazionali ed internazionali, esponendo in numerose mostre tra cui citiamo Manifesta 5, a cura di M. Gioni e M. Kuzma, Donostia-San Sebastián, Spagna (2004), The Need to Document Basel, a cura di V. Havranek, Kunsthaus Baselland, Basilea (2005), Closely Observed Plans, tranzit workshops, Bratislava (2006), Archeology of today?, Kosova Art Gallery-Museum, Prishtina (2006), Fussion Confussion, Museum Folkwang, Essen (2008); "What History do they represent?" insieme a Vangelis Vlahos, Blow de la Barra, Londra (2008); "Glossary", Secession Vitrine, Vienna (2008). La sua ben nota attività artistica, si incentra soprattutto nelle Videoinstallazioni e nell’organizzazione di eventi e promozione di giovani artisti dell’est Europa nello spazio espositivo di arte contemporanea Display (www.display.cz), chiamato così dall’artista proprio per dare al visitatore la sensazione di trovarsi di fronte ad uno schermo luminoso, dalla forma rettangolare, semplice e pulita, che come uno schermo cinematografico proietta sulla retina del visitatore sensazione visive, ideate e compiute dagli artisti.Questo spazio espositivo, privato e no-profit, fu fondato nell’autunno 2001 a Praga proprio partendo dall’esigenza che avevano i giovani artisti locali di trovare un proprio posto all’interno del panorama artistico ceco che però si distaccasse dai canoni e dai linguaggi tradizionali dell’arte.Ecco perché questo spazio d’Arte visiva sorge all’interno del distretto di Praga7 al centro della città vicino al Padiglione Fieristico (sede della Collezione di Arte Moderna e Contemporanea della Galleria Nazionale di Praga) e vicino all’Accademia di Belle Arti, per segnare un senso di continuità tra gli artisti ma insieme anche quello di rottura degli schemi tradizionali.Tra gli altri obiettivi, la fondazione Display, che gestisce il centro, si pone il fine di creare nuovi contatti tra le varie realtà artistiche locali e di diffondere le informazioni sui nuovi movimenti aritstici cechi in ambito visivo, sia in ambito nazionale che internazionale. Per far si che questo sia sufficientemente efficace Display, organizza anche mostre fuori dalla Repubblica Ceca e lo stesso Baladran collabora strettamente con le altre iniziative promosse da giovani ed artisti e curatori freelance. Dal 2007 collabora con il teorico Vit Havranek al progetto “Moument to transformation” che si occupa delle trasformazioni della società negli ultimi trent’anni. Ricordiamo, inoltre, che Baladran è stato il cofondatore di un altro spazio per l’arte contemporanea Tranzitdisplay gallery.Evento assolutamente da non trascurare è l’apertura nel 2008 a Milano, presso la Prometeogallery di Ida Pisani, la triplice personale di Zbynek Baladrán, Eva Stefani, Stefanos Tsivopoulos sotto il nome comune di The Archive. L’artista ceco e gli artisti greci sono tutti autori si video, che sono accomunati tra loro nella ricerca dalla messa in scena dello scarto tra realtà e finzione, tra memoria e sua riattivazione. Attenti indagatori della realtà, Baladrán, Stefani e Tsivopoulos conducono una ricerca sul duplice livello dei fatti della storia e delle immagini delegate a rappresentarli. Le procedure di registrazione, i meccanismi narrativi di costruzione della storia e il rischio di strumentalizzazione delle immagini sono messi alla prova dai lavori di questi tre artisti. Esploratori della realtà e archivisti del passato, Baladrán, Stefani e Tsivopoulos registrano i passaggi del tempo e decostruiscono la pretesa ideologica di filmare la vita “così come è” o “come era”, aprendo ad una molteplicità di esercizi di interpretazione individuale. Il titolo The Archive scelto da Marco Scotini per questa occasione intende fare riferimento non tanto al metodo di lavoro di questi autori quanto ai depositi documentari a cui attingono, agli archivi multipli che vanno a scovare per poi ri-filmare, alle immagini ritrovate e rimontate, fuori dal loro contesto originario. Found footage di varia provenienza è all’origine di tutti i lavori in mostra, pur nelle diverse strategie perseguite dagli autori e pur nei diversi campi d’azione su cui ciascun artista si muove. Comune a questi lavori è far saltare le coordinate del presente e interrogare la memoria. Zbynek Baladrán fa del cinema a partire dal cinema. Il suo intento è quello di interrogare i film di propaganda ufficiale della televisione cecoslovacca di Stato non tanto per ciò che documentano ma per le procedure di registrazione e i modi della percezione. Per mezzo di una “archeologia non invasiva” ogni video di Baladrán è un precipitato di fotografie, bobine amatoriali, vecchi reportage, cinegiornali che aspirano alla forma del documentario partendo da un montaggio arbitrario e da un ordine associativo soggettivo.

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